giovedì 16 giugno 2011

Il meridionale apatico/ Salemi: "No alla filosofia dei vinti"


CAPUA - E' appena arrivato il tuo messaggio. L'ho letto e immediatamente rispondo, senza tempi di riflessione, perchè in effetti tu hai scritto, e l'hai chiaramente precisato ,quello che spesso ci siamo detto tra noi .Purtroppo è così: il silenzio totale,nessuna reazione anche davanti a qualche affermazione, come dire, pesante, fatta a volte anche con l'intenzione di provocare. Quando capita di parlare con persone le più varie,ti senti anche dire che è vero, il Sud era quello che era ai primi posti, che tutto ci è stato tolto con la conquista che ci rese colonia e così di seguito, ma poi tutto finisce lì,senza seguito e anzi capita che ti senti dire "che cosa possiamo fare, ormai è andatta così e quindi rassegniamoci" ed è la risposta peggiore che richiama e rende esplicita quella filosofia dei vinti, "chi ha avuto ha avuto", orribile pensiero indegno di un popolo vivo,vitale e vivace come quello del Sud tutto che tali caratteristiche dimostra poi di possederle in tante occasioni nella propria e nella altrui terra. Ma la vitalità scompare, sostituita da un senso di timore e ahinoi quasi di vergogna , quando si tratta di dichiarare le proprie origini e la appartenenza alla antica Patria, che, ricordiamolo sempre,si estendeva dal Tronto a S.Maria di Leuca e da Sperlonga a capo Passero e capo Lilibeo. E invece è proprio quello che si deve ritrovare: l'orgoglio di essere gente del Sud e gridarlo "a squarciagola". Io sono anche sicuro che un motivo di questo disinteresse, definiamo con tale termine l'insieme delle negatività di comportamento, è la mancanza di una formazione politica degna di tal nome e sopratutto UNICA che possa rappresentare il punto di riferimento concreto con programmi suoi per il presente e per il domani. E per rimediare a questa mancanza ci vorrebbe almeno una federazione dei vari movimenti politici che si ispirano al Sud. Noi da parte nostra dobbiamo continuare nella nostra opera di ricerca e di divulgazione e ricordo del tempo passato cercando di controbattere con studi, scritti, convegni, cerimonie celebrative tutta l'opera deleteria ai fini della ripresa di coscienza del Sud, che continua ad essere svolta seguendo sempre il vecchio programma di assoggettamento iniziato nel 1860 e nonostante cambiamenti istituzionali, mai mutato.

Giovanni Salemi

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