giovedì 16 giugno 2011

Il meridionale (consapevole) moderno, ovvero l'elogio dell'apatia!!!


CASERTA – Perdonate lo sfogo pre vacanziero ma veramente necessario. Anzi, più che uno sfogo vuol essere uno spunto di riflessione e, mi auguro, di discussione nonché di azione. A marzo siamo partiti con il blog dell’Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie, un luogo dove discutere, proporre, fornire degli strumenti di comprensione e dire la nostra sui temi storici e culturali che più ci riguarda. Su 124 messaggi che abbiamo pubblicato e spedito via mail la quasi totalità riguardavano il tema. Due, forse tre, sforavano sul campo minato della politica. Ebbene, di fronte a 124 stimoli culturali le risposte sono state pochissime. In gran parte sono stati complimenti che dopo un po’ abbiamo anche smesso di segnalare per evitare di essere accusati di superbia. Dei complimenti vi ringraziamo e vi straringraziamo ma noi non passiamo il tempo a scrivere per il semplice gusto di scrivere o per sentirci dire che siamo stati bravi e che abbiamo usato una grammatica corretta. Noi scriviamo per stimolare, per sapere voi cosa ne pensate del Presidente della Repubblica che non dice nulla sulla sua Patria calpestata, dell’Ad di Fincantieri che decide di chiudere i cantieri di Castellammare e poi rinuncia, degli storici che vengono a presentare i loro libri, della morte del Sud e dei progetti pensati per la sua rinascita morale, spirituale e civile. Tutto questo noi vogliamo saperlo. E invece il completo e totale silenzio. Non è indifferenza e nemmeno strafottenza altrimenti non ci sarebbero i contatti per i complimenti, mancherebbero le richieste di informazioni e di materiale, verrebbero meno le domande di inserimento nella nostra mailing list. Allora mi sono affidato al dizionario e alla voce apatia (sostantivo femminile singolare) ho letto: “Stato d’animo nel quale non si provano sentimenti di nessun tipo verso altre persone e/o verso il mondo esterno; forte e generalizzata indifferenza; nella filosofia stoica riferito ad uno stato della mente dove si è liberi da disturbi emozionali”. Forse neanche apatia è il termine corretto ma non saprei trovarne uno migliore. Non è possibile che non si trovi il tempo di scrivere tre righe per esprimere un pensiero. E’ assurdo stare in silenzio e far parlare solo gli altri. Noi siamo MERIDIONALI, GLI UOMINI E LE DONNE DELLA CREATIVITA’ E DELL’INGEGNO, SIAMO UOMINI E DONNE LIBERI E TALI VOGLIAMO RIMANERE. Ma quello che mi spaventa è l’immaginare il perché siamo di fronte all’apatia generale. Alla domanda che spesso tra di noi ci facciamo, su sollecitazione ora del Cavalier Salemi, ora degli amici Andrea, Fernando e Giancarlo, ora della sempre attenta Caterina Ossi, (ovvero Cosa dobbiamo fare per far battere un colpo ai nostri amici e lettori?) non siamo ancora riusciti a darci una risposta. Forse sono 150 anni di paura e timore di dire la propria. Meglio leggere l’opinione degli altri anche se gli altri non la pensano proprio come me. Questi 150 anni di abusivismo italico ci hanno fatto mettere paura di parlare e di dire quello che pensiamo su certi temi? Non so se è così, mi auguro di no anche se è l’unica risposta che sono riuscito a darmi. Non posso credere che si tratti di indifferenza e non voglio credere che siamo diventati troppo pigri per pensare e per mettere nero su bianco un pensiero. Io posso soltanto dire una cosa, se di paura si tratta: NON ABBIATE PAURA!!! Se il Sud si trova, dopo 150 anni in condizioni vergognose la prima colpa è del silenzio di chi è venuto prima di noi. Dimostriamo di amare il Sud e parlate, dovunque, con chiunque di quello che è stato fatto. Portate sul petto un segno di riconoscimento, sia essa la coccarda rossa del briganti, lo stemma della dinastia borbonica o un altro simbolo del Sud. Vi chiederanno che significa e voi risponderete. E se vi fa piacere, dateci un segno di compiacimento ricordandovi di mettere al bando l’apatia e di inviarci i vostri pensieri, le vostre idee e le vostre opinioni.

Roberto Della Rocca

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