giovedì 16 giugno 2011

IMMAGINI DALLE DUE SICILIE/ Capua, il convento di San Gabriele


CAPUA - Passeggiando per la città di Capua il Presidente dell’Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie, Giovanni Salemi, ha attirato la nostra attenzione sull’ex Convento di San Gabriello (San Gabriele) e alla Chiesa di Santa Placida, così chiamata per la reliquia della Santa custodita qui dal 1752. La struttura ad una prima occhiata è attribuibile agli albori del regno borbonico. Per questo motivo non abbiamo esitato a lavorare di macchina fotografica per condividere questa piccola realtà che, seppure in decadenza e bisognosa di lavori di recupero, mostra ancora la grandezza che fu (e che deve ritornare) nel Sud. Particolare attenzione la dedichiamo all’ex convento di San Gabriele, che ospitava le Suore Carmelitane Scalze. In questo convento più volte, nel corso degli anni, si è avuta la visita e la permanenza della Regina Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone e in intimità spirituale con la Priora Suor Maria Angela, al secolo Angiola Marrapese. Fu proprio lei, nel 1734, a dare impulso alla creazione del complesso dopo l’interessamento diretto di Frate Salvatore Pagnano di Crispano Superiore Maggiore dei Carmelitani in Terra di Lavoro e Basilicata, nonchè guida della Regina Maria Amalia durante gli esercizi spirituali che si svolgevano in presenza della Sovrana nel convento. La storia di questo gioiello dimenticato di Capua ruota, almeno agli inizi, attorno a queste due figure spirituali e, indirettamente, a Sant’Alfonso Maria de’Liguori. Suor Maria Angela fu infatti penitente del Santo quando egli risiedeva a Liberi e Frate Salvatore Pagnano conobbe il Santo napoletano che, nonostante solitamente fosse restio a complimenti e slanci di amicizia troppo palesi, lo definiva “Mio caro”, fatto che certifica la bontà del Maggiore Carmelitano. L’aria mistica aumenta se si tiene presente che lo stesso Fra’ Salvatore è in aria di santità. Il processo di beatificazione del Frate cominciò nel 1772 e si concluse nel 1782 con la raccolta di tutte le testimonianze necessarie ad avviare la pratica. Da allora, come denuncia un blog dedicato alla vita del Superiore dei Carmelitani (http://pascaledacrispano.blogspot.com/) le carte giacciono senza motivo nell’archivio vescovile di Capua, senza che nessuno si curi di tirarle fuori per concludere il lavoro. Ma non è difficile immaginare perché il processo di beatificazione si è fermato. La vicinanza ai Sovrani provocò nel clero dell’epoca sentimenti di invidia e disapprovazione (anche perché parte della chiesa era ancora di sentimenti antiborbonici e filo asburgici per via dei contrasti politici tra Napoli e Roma). L’ambasciatore Pontificio, Gualtiero Gualtieri, e l’Arcivescovo di Capua, Giuseppe Ruffo, ostacolarono le sue attività in vita e non fermarono le voci dissacranti. Tra le offese meno gravi l’epiteto di “Fra’ maccarone”. Alla morte, per volontà di Suor Maria Angela fu sepolto nel convento di San Gabriele. Luigi Vanvitelli supervisionò i lavori di ristrutturazione per il complesso e per la chiesa di Santa Placide e stipulò i contratti per i lavori nel 1761 che furono eseguiti dalla sua squadra di operai. Agli inizi del ‘900 il Convento venne trasferito e gli spazi passarono all’amministrazione comunale. Durante il regime vi si svolgevano le cerimonie di partito e quelle del sabato fascista. Oggi parte della struttura è stata riadattata per ospitare il Comando della Polizia Municipale. Le foto che vi proponiamo mostrano, oltre alla struttura, le lapidi commemorative di momenti di vita della struttura e la ruota per i bambini abbandonati che venivano affidati alle cure delle Carmelitane.

r.d.r.

Il ricordo delle visite di Maria Amalia di Sassonia


Nessun commento:

Posta un commento

Il cielo