martedì 31 gennaio 2012

Gaeta, perchè saremo presenti al XX Convegno Tradizionalista della Fedelissima Città di Gaeta (3, 4 e 5 febbraio)



GAETA - Ragionando insieme alla patriota veneta (ormai di borbonica "adozione", se così possiamo dire) Caterina Ossi, ci è parso opportuno rendere noto ai più i termini della discussione, vale a dire il Convengo che da venti anni si svolge a Gaeta e che è diventato, ormai per tutti i veri patrioti napoletani, un punto di riferimento imprescindibile. Come ormai avviene da due anni, sempre di più sono presi dai dubbi sul perchè esistono due manifestazioni che vedono succedersi, a distanza di una settimana, diversi protagonisti negli stessi luoghi. La risposta non sta a noi darla, ovviamente, e quindi la giriamo immediatamente agli organizzatori delle due manifestazioni. Come Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie (cui si ricollegano anche altre associazioni come Rete Sud e l'associazione culturale De Mollot) riconfermiamo che la nostra scelta è caduta sul "tradizionale" (ci sia consentita la cacofonia) XX Convegno Tradizionalista della Fedelissima Città di Gaeta e non sarebbe potuto essere altrimenti non tanto per disistima o scarsa considerazione per gli organizzatori del secondo convegno (che si definisce invece XXI Convegno Nazionale della Fedelissima Città di Gaeta) quanto piuttosto per la consolidata amicizia e collaborazione instaurata con gli organizzatori della prima manifestazione, primo tra tutti il magistrato Edoardo Vitale, figlio del mai troppo compianto Silvio, fondatore, venti anni addietro dell'evento in questione. E non è soltanto una questione personale ma, se ci è consentito di sostenerlo, di "spirito". Chi ha frequentato il convegno di Gaeta negli anni addietro non può negare che lo spirito che muove gli organizzatori è diverso da quello che può muovere i competitor (anche se animati da motivazioni legittime). La necessità di ricordare i nostri caduti senza compromessi, senza se e senza ma, è ancora più forte una volta che ci siamo lasciati alle spalle i festeggiamenti tricolorati per il 150esimo anniversario della conquista del Sud. Non possiamo dimenticare e non vogliamo ricordare i nostri eroi all'ombra di una bandiera "scomoda" (per non dire peggio) ma solo con il nostro bianco-gigliato vessillo, questo è il messaggio che, secondo noi, deve passare. E' una questione di principio ma anche di finalità e di obiettivi. E allora il nostro cuore sa che si deve anche guardare avanti, motivo per cui lo spirito della prima Gaeta, a cui noi parteciperemo numerosi e a cui invitiamo tutti a partecipare, ha posto come temi di riflessioni quelli dell'attualità e del futuro sviluppo del Sud. Queste sono solo alcune delle considerazioni che, dette in uno scambio di opinioni durante una telefonata privata, abbiamo convenuto di rendere note ai più aprendo anche la possibilità agli organizzatori di riconfermare quanto qui detto, modificarlo se si è incorso in qualche errore e aggiungere altri motivi.

c.s.


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