mercoledì 7 settembre 2011

Garibaldi dittatore, il proclama dell'invasore















NAPOLI - Pubblico il proclama che fu scritto dal generale Giuseppe Garibaldi il 7 settembre 1860 da Salerno rivolta al popolo napoletano.Con questo atto veniva inaugurato il governo della Dittatura nel Napoletano nella capitale dell'ex regno,i cui atti si possono tranquillamente leggere nelle collezioni dei decreti del governo rivoluzionario insediatosi nel nome del re Vittorio Emanuele II,re di Sardegna (e già invocato come sovrano costituzionale di un ancora futuribile regno d'Italia,proclamato ufficialmente solo il 17 marzo 1861).L'intero ingente corpus normativo garibaldino (alternativo a quello del governo legittimo borbonico e demolitivo e lesivo dell'antica autonomia del Mezzogiorno continentale in campo giuridico, militare, ecclesiastico, economico e politico) porrà le basi ideologiche e giuridiche per l'annessione della stessa monarchia dell'Italia meridionale, nata nel 1130 ad opera della dinastia normanna degli Altavilla, al Regno sardo. Di li a poco si sarebbe svolto in assenza di libertà civili garantite il Plebiscito unitario il 21 ottobre del 1860 Con l'auspicio che si possa far luce attraverso una doviziosa opera di documentazione e rettificazione di errori madornali di giudizio sui non pochi aspetti sinistri della gestione della cosa pubblica nelle Due Sicilie ai tempi del governo dittatoriale, auguro ai miei amici una buona lettura.

A.C. 
                                                                                                                   Figlio del popolo ,è con vero rispetto ed amore che mi presento a questo nobile centro di popolazioni italiane, che molti secoli di dispotismo non hanno potuto umiliare, nè ridurre a piegare il ginocchio della tirannia. Il primo bisogno dell'Italia è la concordia per raggiungere l'unità della grande famiglia italiana;oggi la Provvidenza ha provveduto alla concordia con la sublime unanimità di tutte le provincie per la ricostituzione nazionale, per l'unità, essa diede al nostro paese Vittorio Emanuele che noi da questo momento possiamo chiamare il vero padre della Patria italiana. Vittorio Emanuele, modello di sovrano, inculcherà ai suoi discendenti il loro dovere per la prosperità del popolo, che lo elesse a capitanarlo con frenetica devozione. I sacerdoti italiani, consci della loro missione, hanno per garenzie del rispetto con cui saranno trattati, lo slancio, il patriottismo, il contegno veramente cristiano dei numerosi loro confratelli che, da benemeriti monaci della gancia a generosi sacerdoti del continente napolitano, noi abbiamo veduti alla testa dei nostri militi sfidare i maggiori pericoli delle battaglie. 
Lo ripeto, la concordia è la prima necessità dell'Italia.Dunque i dissenzienti di una volta, che ora sinceramente vogliono portar la loro pietra al patrio edifizio, noi li accoglieremo come fratelli. Infine rispettando la casa altrui, noi vogliamo essere padroni in casa nostra, piaccia o non piaccia ai potenti della terra.

GIUSEPPE GARIBALDI 
DITTATORE DELLE DUE SICILIE 
NAPOLI 7 SETTEMBRE 1860

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