domenica 29 maggio 2011

LA LETTERA/ Il Tricolore

Riportiamo la lettera che la patriota veneta Caterina Ossi ha inviato al Direttore del "il Gazzettino", Roberto Papetti, (non conosciamo gli esiti) denunciando il massiccio abuso di tricolori nella "sua" Vittorio Veneto e ricordando che l'Italia reale, ha bisogno di ben altro che un tricolore, quale panacea per tutti i mali! Vi invitiamo a discuterne con noi prendendo parte al dibattito scaturito dalle proteste contro i festeggiamenti del 150enario dell'unificazione politica dell'Italia.

Anche a Simaxis, in occasione del 17 marzo, alcuni patrioti sardi si sono posti una domanda e si sono dati una risposta!

VITTORIO VENETO - Trovo che l'uso della bandiera nazionale in modo improprio non ne aumenta la considerazione e non amplifica l'amore per la stessa, ma viceversa ne banalizza il significato.   L'esposizione su balconi o finestre a mo' di drappo mi fa pensare che lì ci abita non un italiano (trovandosi a casa sua non ha bisogno di proclamarsi!), ma probabilmente  un tunisino o un libico che, arrivato con tanta fatica a Lampedusa  gridando Italia Italia, continua ad esporre il suo trofeo per esprimere la soddisfazione di esserci in quest'Italia...  per lui è una conquista e forse l'eldorado...e lo possiamo comprendere!
Noi che siamo italiani non abbiamo bisogno di gridarlo e in fatto di bandiere ci basta e avanza l'insistenza di tutti i media nel proporcele con l'enfasi delle celebrazioni dei 150 anni che a dire il vero, anzichè cogliere l'occasione per un approfondimento della nostra vera e ricchissima storia plurisecolare, ci hanno ripetuto all'infinito le favole trite dei libri delle elementari. Gl'italiani hanno bisogno di altro!  Questo ingenuo orgoglio espresso da una bandiera sul balcone  lasciamolo ai nuovi arrivati per i quali l'Italia è il sogno, ma che di noi non sanno niente.
Il tragico è che più il tempo passa più ne sapremo sempre meno anche noi della nostra storia sia perchè la memoria si perde con il succedersi delle generazioni, e la scuola anzichè ovviare ne peggiora la situazione, sia perchè la mescolanza delle provenienze renderà sempre più flebile il sentimento di appartenenza.
E questa è la tristezza del globalismo che avanza fagocitando il significato profondo delle culture, e l'orgoglio della nostra.
Viva l'Italia? Addio Italia! 

Caterina Ossi

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