martedì 24 settembre 2019

CAPUA 2019 - COMMEMORAZIONE DELLA BATTAGLIA DEL VOLTURNO






Capua - Vive il ricordo dei Valorosi che combatterono gli stranieri invasori nell'autunno del 1860:  il loro valore non cadrà nell'oblìo.
Il cosiddetto "risorgimento", oggi lo sappiamo, è ben differente dalla bella favoletta che i libi di scuola propinano.
Poche luci e molte ombre: solo che le "ombre" sono quasi tutte dalla parte dei vincitori e le luci dalla parte dei "vinti".
Negli anni '60 del secolo scorso, dopo anni di silenzio grazie ad alcuni coraggiosi che "sapevano" o "non avevano dimenticato" inizia a squarciarsi  la spessa coltre di falsità voluta dal regime. 
I loro nomi?  Franco MolfeseCarlo AlianelloGabriele MarzoccoNicola ZitaraMichele TopaSilvio Vitale che nel 1961 fonda l'Alfiere, (rivista tuttora esistente e pubblicata dal figlio Edoardo). 
Non sono pochi e spero mi scuserete se ne ho dimenticato qualcuno.
Grazie a loro si pubblicarono libri e si organizzarono convegni e cerimonie.
Soprattutto nei luoghi "simbolo" di quella tragica stagione che portò alla fine dell'indipendenza di tutti gli Stati della penisola (ad eccezione del Piemonte); Gaeta, protagonista dell'eroica resistenza dei Soldati, della popolazione e dei Sovrani Francesco e Maria SofiaMessina, penultima fortezza a cadere nelle mani dello straniero invasore; Civitella del Tronto, ultima a cadere, dopo una epica resistenza, quasi un mese dopo la fine di Gaeta. 
Prima di rinchiudersi in Gaeta, però, l'esercito  delle Due Sicilie aveva, ahimè inutilmente, dato prova di grande valore affrontando gli invasori stranieri. nella cosiddetta Battaglia del Volturno.
Monumenti, lapidi e cimiteri di questa battaglia hanno sempre ricordato gli stranieri invasori (che paradosso considerando che la favoletta risorgimentalista aveva fatto della lotta allo straniero il suo motivo fondante): Addiruttura a Caiazzo, dove i borbonici aveva ottenuto una bella vittoria, nella piazza principale, una lapide ricorda i..... cacciatori bolognesi.
Ma si sa, VAE VICTIS.

una bella foto del "Comandante" Giovanni Salemi durate una delle precedenti edizioni dell'evento 

Nel 1997 un gentiluomo di Capua, il cui cognome rivela origini siciliane, il dott. Giovanni Salemi  decise  che anche i soldati che avevano difeso la Patria dovevano essere ricordati, il loro valore onorato.

in prima fila, da sinistra. l'avv. Franco Ciufo attuale Delegato SMOCSG per Abruzzi e Molise, il Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, oggi Presidente del Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano, SAR la P.ssa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie, attuale Gran Prefetto dell'Ordine e, parzialmente nascosto, il nob. dr. Antonio di Janni, Delegato Vicario SMOCSG per la Sicilia. In seconda fila si notano il col.  Giuseppe Simonetta, Ail casertano ndrea Mingione ed il "leuciano" preside Luigi Bologna (parzialmente nascosto)


il servizio di TGR Campania, edizione 2013

Creò così questa importante cerimonia che si affiancò a quelle svolte nei luoghi delle tre fortezze e che crebbe in importanza tantoda avere dedicato un servizio del TG regionale RAI e da avere per ben due volte un ospite molto importante: SAR la Principessa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie.



Era una sua "creatura" questa cerimonia e ad essa dedicò gran parte del suo tempo e delle sue energie fino al momento in cui, nel giorno del suo novantunesimo compleanno, decise di ricongiungersi ai Soldati che aveva  salvato dalla dimenticanza ed ai Sovrani che aveva imparato ad amare.

dopo la Celebrazione Eucaristica, una foto di gruppo di una delle passate edizioni

L'Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie, che in passato già aveva collaborato nella realizzazione di questo evento,  ha raccolto il testimone della cerimonia.
Già lo scorso anno, in verità, l'Istituto aveva cercato di far si che l'eredità del "Comandante" non andasse persa con la Sua scomparsa tenendo una  Celebrazione Eucaristica  in onore dei Soldati del 1860.
Ed insieme con loro si era ricordato anche l'ultimo combattente che, in ritardo, il primo novembre del 2017, si era riunito al  Reale Esercito di Sua Maestà il Re del Regno delle Due Sicilie.

Quest'anno la cerimonia seguirà il copione voluto dall'iniziatore:

SABATO 5 OTTOBRE 2019
Alle 15,00 ci si ritroverà in Corso Gran Priorato di Malta  davanti la Chiesa dei SS. Rufo e Carponio dove si terrà, più tardi, la S.Messa, poi

15,30 - parte militare con il lancio di una corona d'alloro in memoria dei Caduti, in via Conte Landone nei pressi della Chiesa di S.Maria delle Grazie, con una breve allocuzione tenuta dal prof. Vincenzo Gulì;

16,00 - Celebrazione Eucaristica in memoria dei Caduti, nella Chiesa dei SS. Rufo e Carponio, corso Gran Priorato di Malta;

17,00 -  convegno storico presso il liceo Musicale Garofano in via Pier delle Vigne (la via è di fronte la Chiesa). Prima dell'inizio dei lavori, gli allievi dell'Istituto eseguiranno l'Inno del Re di Giovanni Paisiello.



Giuseppe Catenacci RICORDO DEL COMM. GIOVANNI SALEMI
Pio Forlani.               PER LA PATRIA E PER IL RE
Fernando di Mieri   1799-1860 I BORBONE DI NAPOLI E LE POTENZE EUROPEE

19,00 - presso la Chiesa sconsacrata del Gesù Gonfalone (facente sempre parte del plesso scolastico), concerto eseguito da gli allievi del liceo.

21,00 - nella suggestiva cornice della Masseria GiòSole, si concluderà con una cena conviviale l'intensa giornata.

Ricordo che per la cena è necessario prenotarsi telefonando al 3488937213 oppure mandando u SMS allo stesso numero indicando nome cognome e numero dei posti prenotati.
Per informazioni chiamare lo stesso numero 3488937213




CAPUA 2019 - COMMEMORAZIONE DELLA BATTAGLIA DEL VOLTURNO







Capua - Vive il ricordo dei Valorosi che combatterono gli stranieri invasori nell'autunno del 1860:  il loro valore non cadrà nell'oblìo.
Il cosiddetto "risorgimento", oggi lo sappiamo, è ben differente dalla bella favoletta che i libi di scuola propinano.
Poche luci e molte ombre: solo che le "ombre" sono quasi tutte dalla parte dei vincitori e le luci dalla parte dei "vinti".
Negli anni '60 del secolo scorso, dopo anni di silenzio grazie ad alcuni coraggiosi che "sapevano" o "non avevano dimenticato" inizia a squarciarsi  la spessa coltre di falsità voluta dal regime. 
I loro nomi?  Franco MolfeseCarlo AlianelloGabriele MarzoccoNicola ZitaraMichele TopaSilvio Vitale che nel 1961 fonda l'Alfiere, (rivista tuttora esistente e pubblicata dal figlio Edoardo). 
Non sono pochi e spero mi scuserete se ne ho dimenticato qualcuno.
Grazie a loro si pubblicarono libri e si organizzarono convegni e cerimonie.
Soprattutto nei luoghi "simbolo" di quella tragica stagione che portò alla fine dell'indipendenza di tutti gli Stati della penisola (ad eccezione del Piemonte); Gaeta, protagonista dell'eroica resistenza dei Soldati, della popolazione e dei Sovrani Francesco e Maria SofiaMessina, penultima fortezza a cadere nelle mani dello straniero invasore; Civitella del Tronto, ultima a cadere, dopo una epica resistenza, quasi un mese dopo la fine di Gaeta. 
Prima di rinchiudersi in Gaeta, però, l'esercito  delle Due Sicilie aveva, ahimè inutilmente, dato prova di grande valore affrontando gli invasori stranieri. nella cosiddetta Battaglia del Volturno.
Monumenti, lapidi e cimiteri di questa battaglia hanno sempre ricordato gli stranieri invasori (che paradosso considerando che la favoletta risorgimentalista aveva fatto della lotta allo straniero il suo motivo fondante): Addiruttura a Caiazzo, dove i borbonici aveva ottenuto una bella vittoria, nella piazza principale, una lapide ricorda i..... cacciatori bolognesi.
Ma si sa, VAE VICTIS.

una bella foto del "Comandante" Giovanni Salemi durate una delle precedenti edizioni dell'evento 

Nel 1997 un gentiluomo di Capua, il cui cognome rivela origini siciliane, il dott. Giovanni Salemi  decise  che anche i soldati che avevano difeso la Patria dovevano essere ricordati, il loro valore onorato.

in prima fila, da sinistra. l'avv. Franco Ciufo attuale Delegato SMOCSG per Abruzzi e Molise, il Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, oggi Presidente del Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano, SAR la P.ssa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie, attuale Gran Prefetto dell'Ordine e, parzialmente nascosto, il nob. dr. Antonio di Janni, Delegato Vicario SMOCSG per la Sicilia. In seconda fila si notano il col.  Giuseppe Simonetta, Ail casertano ndrea Mingione ed il "leuciano" preside Luigi Bologna (parzialmente nascosto)

il servizio di TGR Campania, edizione 2013

Creò così questa importante cerimonia che si affiancò a quelle svolte nei luoghi delle tre fortezze e che crebbe in importanza tantoda avere dedicato un servizio del TG regionale RAI e da avere per ben due volte un ospite molto importante: SAR la Principessa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie.

Era una sua "creatura" questa cerimonia e ad essa dedicò gran parte del suo tempo e delle sue energie fino al momento in cui, nel giorno del suo novantunesimo compleanno, decise di ricongiungersi ai Soldati che aveva  salvato dalla dimenticanza ed ai Sovrani che aveva imparato ad amare.

dopo la Celebrazione Eucaristica, una foto di gruppo di una delle passate edizioni

L'Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie, che in passato già aveva collaborato nella realizzazione di questo evento,  ha raccolto il testimone della cerimonia.
Già lo scorso anno, in verità, l'Istituto aveva cercato di far si che l'eredità del "Comandante" non andasse persa con la Sua scomparsa tenendo una  Celebrazione Eucaristica  in onore dei Soldati del 1860.
Ed insieme con loro si era ricordato anche l'ultimo combattente che, in ritardo, il primo novembre del 2017, si era riunito al  Reale Esercito di Sua Maestà il Re del Regno delle Due Sicilie.

Quest'anno la cerimonia seguirà il copione voluto dall'iniziatore:

SABATO 5 OTTOBRE 2019
Alle 15,00 ci si ritroverà in Corso Gran Priorato di Malta  davanti la Chiesa dei SS. Rufo e Carponio dove si terrà, più tardi, la S.Messa, poi

15,30 - parte militare con il lancio di una corona d'alloro in memoria dei Caduti, in via Conte Landone nei pressi della Chiesa di S.Maria delle Grazie, con una breve allocuzione tenuta dal prof. Vincenzo Gulì;

16,00 - Celebrazione Eucaristica in memoria dei Caduti, nella Chiesa dei SS. Rufo e Carponio, corso Gran Priorato di Malta;

17,00 -  convegno storico presso il liceo Musicale Garofano in via Pier delle Vigne (la via è di fronte la Chiesa). Prima dell'inizio dei lavori, gli allievi dell'Istituto eseguiranno l'Inno del Re di Giovanni Paisiello.


Giuseppe Catenacci RICORDO DEL COMM. GIOVANNI SALEMI
Pio Forlani.               PER LA PATRIA E PER IL RE
Fernando di Mieri   1799-1860 I BORBONE DI NAPOLI E LE POTENZE EUROPEE

19,00 - presso la Chiesa sconsacrata del Gesù Gonfalone (facente sempre parte del plesso scolastico), concerto eseguito da gli allievi del liceo.

21,00 - nella suggestiva cornice della Masseria GiòSole, si concluderà con una cena conviviale l'intensa giornata.

Ricordo che per la cena è necessario prenotarsi telefonando al 3488937213 oppure mandando u SMS allo stesso numero indicando nome cognome e numero dei posti prenotati.
Per informazioni chiamare lo stesso numero 3488937213




domenica 1 settembre 2019

1 settembre 1999-2019 In ricordo di Michele Topa

Riceviamo dal carissimo amico Erminio de Biase questo bel ricordo di Michele Topa.


Appresi la notizia della sua morte, quel 1°settembre 1999, mentre ero in auto, insieme con Silvio Vitale - altro pilastro del revisionismo storico delle Due Sicilie - e Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico. Ci accompagnava anche il battagliero Gabriele Marzocco, compianto amico di tutti noi. Eravamo diretti a Sala Consilina, in provincia di Salerno, invitati dall’allora dirigente della locale Pro Loco che, attraverso di noi, voleva far sapere ai suoi concittadini quanto poco ci fosse, in realtà, da festeggiare nelle loro tradizionali “giornate garibaldine”. Eravamo in pochi, ma eravamo una falange molto determinata.



La notizia della sua scomparsa mi sembrò un segnale del destino, un ideale passaggio di testimone. Era quella, infatti, una delle primissime volte in cui parlavo in pubblico e le cose che sapevo e che avrei dovuto trasmettere agli altri erano quelle apprese nei suoi scritti, attraverso i quali mi si erano aperti gli occhi sulla vera Storia del Meridione e in quelle che mi disse a voce quando ero voluto andare ad incontrarlo, pochi anni prima, in quel sorridente angolo di Baviera, dove viveva e dove adesso riposa.

Erminio de Biase


Se in questi vent’anni sono sempre più numerosi quelli che hanno riscoperto in se stessi l’orgoglio di appartenere ad un Paese che è stato grande, lo dobbiamo anche e, forse, soprattutto ai suoi scritti che hanno riacceso in ognuno di noi un orgoglio meridionale che, forse, non sapevamo di avere ma che, nonostante tutto, non s’era mai sopito. Per tale motivo, sentii il bisogno di salutarlo in questo modo:


Addio Michè
Ô munno ‘a verità Te ne si’ ghiuto,
ma ll’ata verità ca tu screviste:
‘e nu Paese ch’era bello e gruosso,
‘a Terra d’’e Burbune e d’’e Brigante
e che, pe ‘nfamità, fuje scamazzato,
chella no, chella, pe Ddio, cà resta!
Comm’ a ‘na bannera ‘nfaccia ô viento,
sporca e stracciata, ma c’ ‘o core a ‘into;
‘o stessu core ‘e nu napulitano,
ca ogge, salutanneTe ‘a luntano,
vo’ chiagnere e cantà ‘nzieme a ‘sti vierze.

Erminio de Biase




riportiamo inoltre alcune parole che Erminio ebbe a scrivere nel decimo anniversario della scomparsa di questo grande personaggio:



Pochi ignorano ancora che Michele Topa, insieme con Carlo Alianello, è un pilastro portante della rivisitazione storica di quello che fu il Regno delle Due Sicilie. I suoi libri, infatti, Così finirono i Borbone di Napoli e I Briganti di sua Maestà, insieme con i saggi ed i romanzi dello scrittore lucano, cominciarono a squarciare quella spessa cortina di menzogne che alimenta il mito del Risorgimento. Fu grazie alla lettura del suo libro, infatti, nel lontano 1968, che abbracciai convinto e senza ulteriori dubbi la causa duo-siciliana, a dispetto della storiografia ufficiale che, fino a quel momento e soprattutto attraverso la scuola, aveva fatto di me un ennesimo ignorante “storico”. Nel loro differente modo di scrivere, inoltre, Carlo Alianello e Michele Topa si integrano non sovrapponendosi perché, pur raccontando le stesse verità, lo fanno in maniera differente: l’uno con lo stile avvincente del romanziere, l’altro con il classico taglio del giornalista: concreto e deciso che va subito al cuore delle cose.


Conobbi Michele Topa nel 1995 quando, recandomi a Londra per raccogliere materiale d’archivio per il mio primo libro, volli fermarmi appositamente da lui che viveva in Germania, per conoscerlo, per parlargli ma, soprattutto, per poter avere l’occasione di stringere la mano a colui che, in un certo senso, aveva dato il la alla mia formazione di studioso del Regno delle Due Sicilie. Il suo primo libro, Così finirono i Borboni a Napoli (la I edizione aveva la copertina azzurra) mi spiegò, nacque per caso. Esso fu, in realtà, la raccolta di tutti gli articoli che egli aveva redatto, originariamente a puntate, per una rubrica de Il Mattino, il quotidiano di Napoli per il quale, all’epoca, scriveva. Fu un successo inaspettato quello che i lettori gli decretarono, tanto che fu deciso di raccoglierli in un volume che venne dato, poi, in omaggio agli abbonati a Natale del 1960. Quel testo, ora una rarità, è stato il primo mattone della mia biblioteca borbonica. Successivamente, all’inizio degli anni ’90, il libro fu ristampato in veste più elegante e ricca, nello stesso stile in cui, qualche anno dopo, avrebbe visto la luce I Briganti di Sua Maestà, un saggio sul cosiddetto Brigantaggio che -precedentemente- era stato pubblicato, sempre a puntate, su La Tribuna Illustrata. Anche questo suo libro ebbe per me un particolare significato: dalla sua bibliografia, infatti, trassi lo spunto per il mio secondo scritto. Per questi motivi, dunque, non posso non considerare Michele Topa come mia personale Musa ispiratrice. Ancora oggi, a tanti anni di distanza dalla loro pubblicazione, di tanto in tanto nelle vetrine dei librai o sulle bancarelle rispuntano, come fossero stati appena ristampati, i libri di Michele Topa (misteri di Napoli!) lavori che, scaturiti da tanta amorevole fatica, da tanta ricerca appassionata, gli produssero immensa soddisfazione, sebbene, a quanto mi risulta,  solo a livello… “morale”.

Erminio de Biase

Il cielo