giovedì 24 marzo 2016

'A BANNERA!!!!

"Per liquidare i popoli" diceva Milan Hübl "si comincia col privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un'altra cultura, inventa per loro un'altra storia. Dopo di che il popolo comincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato. E, intorno, il mondo lo dimentica ancora più in fretta."
Milan Kundera: "Il libro del riso e dell'oblio"


la Bandiera delle Due Sicilie che da anni sventola su "palazzo Salemi" in Capua


In questi ultimi giornigiusto per non far mancare mai almeno un poco di avversione al Sud e alla Sua Storia vera, si è avuto “lo scontro”  della Bandiera di Pimonte.
Pimonte è una cittadina della provincia di Napoliposta sopra Castellammare di Stabia  il cui Sindaco, prof. Michele Palummo, si deve pensare d’accordo con il Consiglio Comunale, assieme al Tricolore e alla bandiera della UE, sul balcone del palazzo municipale ha esposto anche la Bandiera dell’antico Regno delle Due Sicilie: Espressione, questa esposizione, prima di tutto di conoscenza della storia vera  con un conseguente desiderio di recupero della identità  di gente del Sud: in altre parole l’orgoglio di  raccontare e far conoscere il proprio particolare passato.
E si sa,  e si sa bene, quanto il passato serva a  costruire il presente e il futuro, mentre la cancellazione o peggio ancora la mistificazione e la demonizzazione del passato stesso è sempre stata l’arma più usata e al contempo più letale per distruggere il passato stesso, cancellandone ogni memoria e inducendo il popolo a credere in una storia nuova inventata ad hoc: è una tecnica usata  da invasori o comunque da conquistatori.
un'altra bella immagina della nostra bandiera (anche se al posto dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio, tra i collari, vi è quello di "San Giorgio e della Riunione")
Questo è quello che è capitato a noi gente del Sud  per essere stati vinti in una partita bellica “iniziata con l’inganno e terminata con la violenza”, collocandoci in una posizione subalterna e coloniale  che ci ha portato sempre più a rimanere indietro e ad essere giudicati  con i peggiori voti, noi che, senza voler richiamare la civiltà della Magna Grecia o il valore militare dei Sanniti, abbiamo rappresentato per oltre sette secoli un unicum, continentale ed insulare, centrato su due Capitali, Napoli e Palermo, con i nostri usi, costumi, abitudini, lavori, capacità, studi di arti e scienze.

la bendiera "pimontese"
Il tempo è però garante di verità esi voglia o non si voglia, quest’ultima si affaccia prima timidamente e poi man mano si manifesta meglio: è quello che è successo e sta succedendo nel Sud dove  si è ricominciato a pensare alla Patria concreta e reale, che, come diceva un Capo Vandeano, è fatta dalla terra sulla quale camminiamo, viviamo, lavoriamo e sotto la quale sono sepolti i nostri  Morti  e che  è comune a tutti , ben   differenziandosi dalla Patria ideologica, concetto filosofico che può anche essere elitario.



E quella Bandieraquella esposta dal Sindaco di Pimonte, quella con le Armi della vecchia Dinastia  già regnante su uno Stato autonomo e indipendente, regolarmente riconosciuto nel novero degli Stati all’epoca esistenti, compendia appunto quanto ho cercato di dire con il mio scritto.
Quella Bandiera è stata sopraffatta da una ordinanza prefettizia che ne ordinava la rimozione dal balcone municipale e nessuno delle Istituzioni ha pensato che altre Bandiere vengono legittimamente esposte: il Leone di San Marco per i Veneti, i Quattro Mori per i Sardi, la Rosa Camuna per i Lombardi e così via, come è giusto che sia perché tutti i popoli della penisola hanno diritto al riconoscimento della loro identità mentre per i popoli che rappresentano l’antico Regno del Sud questo diritto viene negato.

tripudio di Bandiere di San Marco da parte di Patrioti Veneti, piazza San Marco.
In realtà quella Bandiera andrebbe esposta in tutte le Regioni già costituenti l’antica  compagine statuale del Sud che, voglio aggiungere questo dettaglio a mio avviso importante per il significato storico, aveva il confine settentrionale fissato nientedimeno dai Longobardi.
A tal proposito mi viene di fare una proposta. Invitiamo, noi tutti di qualunque Associazione Movimento o Partito si faccia parte, la gente del Sud ad appoggiare questa iniziativa: esporre la Bandierala Nostra, sempre quella, sui balconi, sulle terrazze, sulle finestre, sugli alberi, sulle barche o sul posto più alto perché garriscano gioiose sul Nostro Territorio e al contempo apponiamo sulle auto,motorini e quant’altro l’adesivo con lo stemma delle DueSicilie, arrivando ad applicarlo anche sulle targhe come  identificativo di nazionalità.
Servirebbe questo atto a dimostrare la nostra  passione, la nostra determinazione, il nostro “amor di Patria” !

 Gianni Salemi

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