"Per liquidare i popoli" diceva Milan Hübl "si comincia col privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un'altra cultura, inventa per loro un'altra storia. Dopo di che il popolo comincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato. E, intorno, il mondo lo dimentica ancora più in fretta."
Milan Kundera: "Il libro del riso e dell'oblio"
la Bandiera delle Due Sicilie che da anni sventola su "palazzo Salemi" in Capua |
In questi ultimi giorni, giusto per non far mancare mai almeno un poco di avversione al Sud e alla Sua Storia vera, si è avuto “lo scontro” della Bandiera di Pimonte.
Pimonte è una cittadina della provincia di Napoli, posta sopra Castellammare di Stabia il cui Sindaco, prof. Michele Palummo, si deve pensare d’accordo con il Consiglio Comunale, assieme al Tricolore e alla bandiera della UE, sul balcone del palazzo municipale ha esposto anche la Bandiera dell’antico Regno delle Due Sicilie: Espressione, questa esposizione, prima di tutto di conoscenza della storia vera con un conseguente desiderio di recupero della identità di gente del Sud: in altre parole l’orgoglio di raccontare e far conoscere il proprio particolare passato.
E si sa, e si sa bene, quanto il passato serva a costruire il presente e il futuro, mentre la cancellazione o peggio ancora la mistificazione e la demonizzazione del passato stesso è sempre stata l’arma più usata e al contempo più letale per distruggere il passato stesso, cancellandone ogni memoria e inducendo il popolo a credere in una storia nuova inventata ad hoc: è una tecnica usata da invasori o comunque da conquistatori.
un'altra bella immagina della nostra bandiera (anche se al posto dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio, tra i collari, vi è quello di "San Giorgio e della Riunione") |
Questo è quello che è capitato a noi gente del Sud per essere stati vinti in una partita bellica “iniziata con l’inganno e terminata con la violenza”, collocandoci in una posizione subalterna e coloniale che ci ha portato sempre più a rimanere indietro e ad essere giudicati con i peggiori voti, noi che, senza voler richiamare la civiltà della Magna Grecia o il valore militare dei Sanniti, abbiamo rappresentato per oltre sette secoli un unicum, continentale ed insulare, centrato su due Capitali, Napoli e Palermo, con i nostri usi, costumi, abitudini, lavori, capacità, studi di arti e scienze.
la bendiera "pimontese" |
Il tempo è però garante di verità e, si voglia o non si voglia, quest’ultima si affaccia prima timidamente e poi man mano si manifesta meglio: è quello che è successo e sta succedendo nel Sud dove si è ricominciato a pensare alla Patria concreta e reale, che, come diceva un Capo Vandeano, è fatta dalla terra sulla quale camminiamo, viviamo, lavoriamo e sotto la quale sono sepolti i nostri Morti e che è comune a tutti , ben differenziandosi dalla Patria ideologica, concetto filosofico che può anche essere elitario.
E quella Bandiera, quella esposta dal Sindaco di Pimonte, quella con le Armi della vecchia Dinastia già regnante su uno Stato autonomo e indipendente, regolarmente riconosciuto nel novero degli Stati all’epoca esistenti, compendia appunto quanto ho cercato di dire con il mio scritto.
Quella Bandiera è stata sopraffatta da una ordinanza prefettizia che ne ordinava la rimozione dal balcone municipale e nessuno delle Istituzioni ha pensato che altre Bandiere vengono legittimamente esposte: il Leone di San Marco per i Veneti, i Quattro Mori per i Sardi, la Rosa Camuna per i Lombardi e così via, come è giusto che sia perché tutti i popoli della penisola hanno diritto al riconoscimento della loro identità mentre per i popoli che rappresentano l’antico Regno del Sud questo diritto viene negato.
tripudio di Bandiere di San Marco da parte di Patrioti Veneti, piazza San Marco. |
A tal proposito mi viene di fare una proposta. Invitiamo, noi tutti di qualunque Associazione Movimento o Partito si faccia parte, la gente del Sud ad appoggiare questa iniziativa: esporre la Bandiera , la Nostra , sempre quella, sui balconi, sulle terrazze, sulle finestre, sugli alberi, sulle barche o sul posto più alto perché garriscano gioiose sul Nostro Territorio e al contempo apponiamo sulle auto,motorini e quant’altro l’adesivo con lo stemma delle DueSicilie, arrivando ad applicarlo anche sulle targhe come identificativo di nazionalità.
Servirebbe questo atto a dimostrare la nostra passione, la nostra determinazione, il nostro “amor di Patria” !
Gianni Salemi
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