lunedì 21 dicembre 2015

San Giorgio a Cremano: intitolata una strada ai Martiri di Pietrarsa

Era il 6 agosto 1863 quando gli operai asserragliati nell’opificio al confine con Napoli vennero attaccati dalle truppe sabaude del neonato Regno d’Italia. Oggi a quegli operai viene finalmente  intitolata una strada che costeggia la stazione ferroviaria.









Dal sito di identità insorgenti pubblichiamo questo resoconto della bella ed importante cerimonia che si è tenuta a San Giorgio a Cremano

il link all'articolo originale



VIA MARTIRI DI PIETRARSA / A San Giorgio a Cremano, nel segno della verità

Targa dedicata ai Martiri di Pietrarsa a San Giorgio a Cremano (foto dell'articolo originario)

Giustizia è fatta, e si comincia da San Giorgio a Cremano a ricordare ciò che questa nostra terra seppe esprimere, e non solo in termini di produttività, ma anche dal punto di vista di quello che fu il sacrificio umano.

Per chi non lo sapesse il 6 Agosto 1863, sotto il fuoco sabaudo, perirono 7 operai, (ma in realtà ne furono molti di più) che si permisero di contestare la delocalizzazione di macchinari ed energie produttive da Pietrarsa a quel “triangolo industriale” made in nord, che di fatto segnò la fine di ogni concezione avveniristica, per il meridione dell’appena nato Regno d’Italia.
Ed è certamente singolare vedere quella “targa” che li ricorda, sotto una bandiera tricolore che la ricopre; un beffardo scherzo del destino, quello di vedere avvolto nel vessillo dei carnefici, quella frase che ricorda il martirio di un popolo che aveva una sua indipendenza, ma soprattutto una sua “patria”, nel significato più onesto del termine.

Il Sindaco di San Giorgio, Giorgio Zinno, ha avuto l’onestà intellettuale di regalare un pezzo di storia “vera” ai suoi concittadini, presiedendo ad un evento che partendo da Villa Bruno, con i relatori  Gigi Di Fiore, Marco Esposito, Aldo Vella e Vincenzo Gulì, si è poi districato verso le strade cittadine ed in quella ex Via Ferrovia, poi divenuta appunto Via Martiri di Pietrarsa.

il tavolo dei relatori con l'assessore De Martino ed il Sindaco Giorgio Zinno
Prima parte dedicata agli interventi dell’assessore De Martino che ha ribadito il suo impegno nel solco dello studio di una storia che molti ancora non conoscono. Sono poi intervenuti Gigi Di Fiore che ha parlato della storia dell’opificio di Pietrarsa e del suo declino dopo l’invasione piemontese. Aldo Vella (ex sindaco di San Giorgio) ha ricordato l’evento teatrale da lui scritto di cui sono stati recitati alcuni brani dagli attori Capasso e Caruso, ed il Prof. Gulì, ha poi riassunto quella che fu la storia del Regno delle Due Sicilie.


Marco Esposito del Movimento Unione Mediterranea ha poi  fotografato alcune decisioni dei vari governi che si sono succeduti dal 2011 in poi è che hanno penalizzato il sud. Ha concluso il sindaco Giorgio Zinno che ha voluto ringraziare chi per primo volle organizzare un evento che smosso le coscienze, Libera D’Angelo e Francesco Menna. Ha anche sollecitato le varie organizzazioni meridionaliste a svolgere un lavoro più unitario che, al di là delle molte sigle, sappia produrre una vera azione meridionalista.
I problemi del meridione sono tanti, e non sarà certo la toponomastica a risolverli, ma un’azione culturale ed intellettuale mirata, che partendo da questi tasselli,  potrà finalmente porre le basi per un popolo unito, consapevole, ma soprattutto cosciente di sè, elementi che oggi necessitano più che mai.


Alberto Guarino.


clicca qui per vedere l'intervento dell'arch. Aldo Vella

clicca qui per vedere l'intervento di Gigi Di Fiore


patrioti sventolanti la nostra bandiera


il primo brano recitato dai bravissimi attori Capasso e Caruso

il secondo brano recitato dai bravissimi attori Capasso e Caruso


Nicola Amore all'epoca Questore di Napoli


Dopo due mesi dall’eccidio di Pietrarsa, altri 262 operai furono licenziati; dodici anni dopo, nel 1873, i lavoratori divennero 100 dai 1.050 che erano prima di quel maledetto 1863. Segni di una storia che si concluderà impietosamente, nella prima metà del Novecento, con la chiusura della fabbrica. 

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