giovedì 19 novembre 2015

STORIA E IDENTITA’ / L’Albergo dei Poveri fu rivoluzionario laboratorio, casa d’accoglienza e molto di più



NAPOLI: Ancora una volta pubblichiamo un ottimo articolo ripreso dal sito di "Identità insorgenti" (con cui abbiamo condiviso la battaglia per salvare l'Istituto Caselli di Capodimonte).
Questa volta si parla del “Regium Totius Regni Pauperum Hospitium”, il Real Albergo dei Poveri e ci sembra giusto sia perché fu un ottima iniziativa (manco a farlo apposta fu voluta da un Borbone. Ma che non fossero così cattivi, allora?) sia perché voluta da Carlo di Borbone di cui il prossimo anno 2016 celebreremo il terzo centenario della nascita.
L’architetto Ferdinando Fuga venne coadiuvato nel suo lavoro da Giuseppe Galbiani (sostituito dal figlio Ferdinando nel 1778) fino al 1781 quando, a causa del a morte dell’architetto fiorentino, la direzione venne affidata per un breve periodo a Mario Gioffredo e, successivamente, a Carlo Vanvitelli. Quest’ultimo, essendo impegnato anche nel cantiere di Palazzo Reale, delegò un suo fidato collaboratore, Francesco Maresca, di occuparsi dell’Albergo dei Poveri. Quest’ultimo, vista la mancanza di fondi, ridimensionò l’originale progetto del Fuga e, nel 1803, i lavori vennero sospesi, anche se la struttura cominciava ad espletare le proprie funzioni.
Buona lettura


Chi passa per piazza Carlo III non ha alcuna probabilitá di non notarlo. É uno degli edifici piú grandi d´Europa, addirittura la sua facciata é 100 metri piú lunga di quella della reggia di Caserta, nonostante l´opera rappresenti solo un quinto del progetto originale.
L'arch. Ferdinando Fuga
Progettato da Ferdinando Fuga per volere di Carlo III di Borbone, la struttura era volta all´accoglienza, al mantenimento, ed alla formazione scolastica e lavorativa delle masse povere del Regno delle Due Sicilie. Uno dei tanti scopi era anche quello di assicurare agli orfani della casa dell´Annunziata, i mezzi necessari per il sostentamento e l´insegnamento di un mestiere che li avrebbe potuti rendere autonomi nella vita quotidiana.
il Real Albergo dei Poveri e Piazza Carlo III (*)
Iscritto nella Heritage world list, rientrando nel centro storico di Napoli (Lista Unesco dei patrimoni dell´umanitá) oggi all´interno si trovano palestre, una scuola calcio, alla via Bernardo Tanucci si accede ad un grande parcheggio interno, si organizzano eventi, ma nulla che possa veramente rendere onore alla struttura, tenendo conto dello scopo per cui venne progettata. Ma come era in passato l´albergo dei poveri? I primi segni di degrado dell´albergo portano al 1861, ed una descrizione abbastanza dettagliata di come era prima del 1861, e dopo, la si púo leggere in una serie di articoli del 1871 de “Lo Trovatore” :
i disegni dell'edificio (utilizzati per il restauro)
“Trattando noi di questa vastissima opera Pia che fu l´Albergo dei Poveri, eccellente creazione della caritá cittadina e del patriottismo dei nostri venerati maggiori, oggi purtroppo per la tristezza degli uomini divenuta oggetto di speculazioni, poiché non piú risponde all´alto concetto per cui venne formata, DISCACCIANDONE I POVERI…nel primo articolo dicevamo: Che le arti principali donnesche erano nell´albergo dei poveri fin dal 1815 mantenute sempre fiorenti e lucrative su vasta scala, ondé le leggende apposte sotto i saggi di esse, messi in mostra nell´esposizione Marittima, che ne indicavano l´introduzione all´albergo erano erronee, false, bugiarde… Nel secondo articolo dimostrammo come moltissime altre arti appropriate alla condizione del Pio luogo, e tutte sorgenti di pubblica utilitá e ricchezza, sono ormai scomparse dall´albergo, e ripetiamo quali esse furono: Stamperia, litografia, ponzoni in acciaio, matrici di carattere a stampa, fabbrica di spilli, idem di piccoli chiodi, idem di piastre di fucili, idem di lime e raspe. Spaccio di piccoli lavori di bronzo, lavori di pietre del Vesuvio, fabbrica di vetro bianco e colorato, lanificio, manifattura di telerie, fucine. Scuola ed esercizio di fabbri muratori, fabbrica di matite e lapis, oreficeria, ed officina di bigiotteria. Dalla vasta fabbrica di panni tenuta da Raffaele Sava in S. Caterina a formiello periodicamente all´albergo arrivavano balle di tessuti, pannini, affinché un numero sufficiente di donne, meno atte al lavoro, venissero applicate utilmente ad una specie di apparecchio di quei tessuti. Or bene, a tante specie di fabbriche, d´industrie, a tanti e si svariati mezzi d´insegnamento pratico che mentre educavano l´individuo al lavoro, ed erano per gli operai sorgente di lucro, poiché nella massima parte questo a vantaggio dei lavoratori andava, oggi che potrá contrapporre l´attuale albergo dei poveri, del quale ben puó dirsi EI FU ?
Carlo di Borbone, "the King who started it all" (anche se il primo Borbone a regnare su Napoli e Sicilia fuel padre Felipe V)

STAMPERIA: introdotta nel 1827, vi lavoravano 26 giovani, aveva 6 torchi, 40 cantaja di lettere di ogni specie, si lavorava per conto del ministero dell´Interno (ABOLITA DA 5 ANNI)
LITOGRAFIA: Vi lavoravano 10 disegnatori e 15 allievi dell´albergo (SPENTA DA ANNI)
PONZONI IN ACCIAIO: Introdotti a Napoli da un Siciliano istruito in Parigi presso il conosciuto artefice DIDOT, maestralmente manifatturati nell´albergo. Nel 1835 questa industria aveva acquistato un grado di importanza cosí alto che nei loro magazzini erano esposti DICIOTTOMILA LIBBRE DI METALLO LAVORATO, il quale importava la somma di 45 mila ducati, pari a 191.250 lire…Vi lavoravano piú di 100 operai (OGGI NON É PIÚ)
FABBRICA DI SPILLI: Produceva ogni anno 12mila Libbre di spilli, producenti 9600 Ducati pari a 40800 Lire, vi lavoravano oltre 100 lavoratori( ED OGGI? NON ESISTE)
FABBRICA DI CHIODI: Si producevano le “punte di Parigi”, piú di 100 operai (SPENTA) LAVORI IN BRONZO: Un ingegnoso VENEZIANO eseguiva con un suo ritrovato, bellissimi lavori, copiandoli spesso dall´antico, 9 lavoratori dell´albergo. (CHIUSO)
FABBRICA DI PIASTRE DI FUCILI: Due maestri, 5 allievi per gli ordini, 53 per lavorare, tutti dell´albergo( É SPENTA)
FABBRICA DI VETRO BIANCO E COLORATO: 10 allievi dell´albergo e 20 esterni, sin dal primo anno della sua istallazione si vendettero oggetti per la cifra di 8mila Ducati pari a 34.000 lire(OGGI SPENTA)
LAVORI DI PIETRE DEL VESUVIO: Un maestro con allievi dell´albergo mantenevano viva questa industria(SPENTA)
LANIFICIO: 120 operai tutti dell´albergo, si producevano particolarmente i “peloncini”(spenta)
MANIFATTURA DI TELA: 50 telai, per 30 uomini e 20 donne, ove lavoravano 100 uomini e 50 donne senza contare i maestri Il direttore di questo ospizio in una mostra pubblica meritó la medaglia d´oro, e due volta quella d´argento, come venne decorato della medaglia d´oro anche il direttore della fabbrica di cristalli(OGGI NON ESISTONO)
FUCINE DI FABBRI FERRAI: 20 operai (ABOLITE)
FABBRI MURATORI: 40 operai (ABOLITI) Ecco in abbozzo cosa era l´Albergo dei Poveri quando ne reggevano le sorti , e ne amministravano le rendite uomini severi, e non capricciosi, ed impari all’ impresa; i quali ponendo in cima a tutto la soddisfazione della propria volontà, per un opera così stupenda di carità cittadina, di filantropia, di civile educazione , di benessere non solo dei poveri reclusi, ma siwero del popolo tutto,che nel decoro ed incremento di sì grandioso Istituto, andava superbo di mostrare allo straniero come l’ Italia fu sempre culla del bello, e che sotto allo incantato Cielo di questa voluttuosa Napoli fioriron sempre : CARITÁ, GENIO, E LAVORO
Le disposizioni che riguardano il vitto, l´alloggio, il vestiario, il mantenimento, la formazione scolastica e lavorativa degli “ospiti” dell`albergo sono davvero innumerevoli, ed un quadro di come doveva essere la politica sociale nel mezzogiorno d´Italia pre-unitario la si puó leggere dall´Almanacco del Regno delle Due Sicilie per l´anno 1842 : “I mendici, gli accattoni, crescenti in numero o perché loro manca un lavoro ed il modo di procurarselo, o perché inclini all´ozio, o perché malori e fisiche deformitá li inabilitano a faticare, hanno determinato il Re a volgere verso di essi le sue paterne cure per chiamare i primi a vita laboriosa e utile, per allontanare gli altri dal vizio, e per soccorrere gli ultimi nelle loro sventure, miglioranto la sorte e la salute di tutti…con tali vedute si é ordinato lo stabilimento di 4 grandi depositi destinati con apposite dotazioni ad accogliere individui dei due sessi e qualsiasi etá:
1 – nella Capitale (Napoli) 2 – Terra di lavoro per il principato Ulteriore, Molise, Capitanata e Abruzzo 3 – Principato Citeriore, Basilicata e Calabria 4 – Terra di Bari e Terra d´Otranto Per quanto riguarda la Sicilia: Palermo, Monreale, Caltagirone
Stendhal (1783-1842) sull´Albergo dei poveri scriveva cosí: « Albergo dei Poveri, primo edificio. È molto più impressionante di quella bomboniera, tanto vantata, che si chiama a Roma “Porta del Popolo”
Carmine Sadeo
Note
– Collezione leggi e decreti emanati nelle province continentali dell´Italia meridionale, D.Antonio Vacca, 1841 – Lo trovatore, giornale del Popolo, 1871, Napoli – Il Reale Albergo dei Poveri di Napoli. Un edifizio per le arti della città, Napoli, 1999 – unesco.org/en/list/726 – Almanacco del Regno delle Due Sicilie 1842, pagina 638-639 – Citazione di Stendhal tratta dal libro: Rome, Naples, Florence 1817 Parigi

(*) questa foto è l'unica presente nell'articolo originale, le altre, di pubblico dominio sono state aggiunte da noi.

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