domenica 1 settembre 2013

UN RICORDO




Aux armes vendéens!
Formez vos bataillons!
Marchez, marchez, le sang des bleus Rougira nos sillons!”



Apriamo questo post con i versi de “La Marseillaise des Blancs”, versione “controrivoluzionaria” delli’inno francese, versi che, a nostro, giudizio, sono il naturale accompagnamento allo scritto del Presidente.
In occasione del 220° Anniversario dell'eroica rivolta Vandeana, il nostro Presidente, privatamente, ha trascorso in Vandea due settimane durante la pausa estiva, in quei luoghi che videro tantissimi francesi ribellarsi al “liberté, egalité, fraternité”  imposto forzosamente ma che “liberté” non era, men che meno “egalité e fraternité”.
Scontato il paragone con situazioni a noi più vicine e che ci rendono il ricordo dell’epopea Vandeana particolarmente vicino e caro.
Il “brigantaggio” vandeano e il “brigantaggio post-unitario” sono uniti anche dal fatto che il termine “briganti”, che noi ben conosciamo, fu usato per la prima volta proprio per definire i coraggiosi “insorgenti”.
A proposito dell’uso del termine “brigante”, mi permetto di dissentire parzialmente dal Presidente, perchè si, c’erano intenti dispregiativi ma in massima parte il termine veniva usato scientemente per cancellare ogni valenza politica dall’insurrezione Vandeana come più tardi in quella Duosicilana, assimilandole a fenomeni delinquenziali.
Il nostro Presidente, dicevamo, in quei luoghi ha passato due settimane, in un caleidoscopio di sentimenti, valori, ricordi, passioni che ha voluto trasmetterci in questo suo scritto che, volentieri, pubblichiamo.


Henris du Vergier, comte de la Rochejaquelein



 UN RICORDO

1793 – 2013, sono trascorsi 220 anni dall’inizio della guerra di Vandea ed io ho avuto il grande piacere di soddisfare un vecchio desiderio, quello di andare in Vandea e  visitare i luoghi che furono teatro di quella guerra sanguinosa e crudele, iniziata per l’appunto nel marzo del 1793.  Guerra sanguinosa e crudele perché guerra civile, combattuta dalla popolazione vandeana  in avversione alla repubblica che, con l’assassinio del Re, era stata proclamata come nuova forma istituzionale e che con altrettanto ardore era  sostenuta dai governanti rivoluzionari.
I Vandeani che erano definiti “Les Blancs” per il loro vessillo bianco gigliato di Casa Borbone  e per l’altro vessillo anch’esso bianco e con l’immagine del Sacro Cuore sormontato da una Croce, erano organizzati in bande numerose , composte essenzialmente da contadini,armate alla meglio con armi le più varie e guidate da Capi tutti valorosi e decisi di cui alcuni appartenenti a famiglie di alta nobiltà ed altri a famiglie dai nomi modesti. Gli avversari “les bleus” ,così definiti per il colore delle uniformi erano anche definiti patrioti perché sostenitori della repubblica. I “”bianchi”” in contrapposizione furono anche definiti “briganti”,  a scopo dispregiativo.


Detto questo, mi piace trasmettere le sensazioni  che ho percepito nelle visite compiute e così ricordo bene  che nel museo di storia allestito egregiamente nel castello dei Duchi di Bretagna nella città di Nantes, si ha la vaga impressione che le notizie in merito alla insorgenza vandeana siano in qualche caso tendenti a scivolare   a favore dei vincitori, i repubblicani, richiamando alla mente quanto accade nei nostri musei a proposito del periodo storico definito risorgimento. Invece la situazione appare ben diversa in un altro ottimo museo,quello di storia della città di Cholet (città posta al centro della regione vandeana e sede di scontri epici tra le opposte fazioni) dove è posta in essere una perfetta obiettività e dove sono esposte memorie importanti con cimeli preziosi,basta pensare al cranio del Capo Vandeano Stofflet o al monumento funebre eretto ad altro valoroso il Bonchamp o ad armi varie da quelle vere e proprie a quelle rappresentate da attrezzi di lavoro campestre e così via. 

Charles-Melchior Arthus de Bonchamps (Marquis de Bonchamps)
Quello che mi ha particolarmente emozionato, in quel museo, è stata la presenza di una sala circolare con le immagini dipinte a grandezza naturale dei Capi della Armata Cattolica e Reale, questo sì un vero Pantheon, da Cathelineau a de la Rochejaquelin, a Charette, a Bonchamp ,a Stofflet, a Cadoudal e ancora di altri, compresi  valorosi che erano stai presenti, in difesa del Re, all’assalto alle Tuileries dell’agosto 1792 e avevano poi continuato la loro resistenza.

Antoine-Philippe de la Trémoille, prince de Talmont 

Infine altra cosa, che io ritengo espressione di rispetto e di amore per i propri ascendenti  e per le loro imprese e, in termine forse retorico ma reale, espressione di amore per la propria storia e  amor di Patria ritenendo questa come la terra su cui si era nati e nella quale riposavano i propri morti, quella terra che essi calpestavano, una Patria custodita nel cuore, non ideale, ma reale e concreta, così come affermava Charette: sempre intorno a Cholet, sulla via che porta a Saumur, si trova una grande Croce di ferro, ben alta su un basamento di pietra, dedicata ai Caduti della battaglia di Cholet del 17 ottobre 1793 e davanti  una lapide del 1937 che ricorda tutti i combattenti della Armata Cattolica e Reale, mentre, sulla via che porta a Beauprau, in un bosco ai margini della strada si trova il cenotafio  di La Rochejacquelin,  grosso masso di pietra portante  anch’esso  una croce di pietra e ornato sul davanti del simbolo della Vandea, il Sacro Cuore  sormontato dalla Croce.

François-Athanase Charette de La Contrie.
Sono queste le mie più vive sensazioni provate in questa visita,quasi un pellegrinaggio,compiuto in terra di Vandea e devo dire che la visione di tutto quanto, mi ha molto ricordato le imprese dei nostri “Briganti” che in parte privi di guide importanti e non uniti in unica schiera, ebbero certamente meno fortuna, ma non minore valore e coraggio. Concludo con una espressione di Victor Hugo che rende bene l’idea di quello che fu la Vandea : “En 1793,la France faisait front à l’Europe. La Vendée tenait tete à la France .La France  était plus grande que l’Europe .La Vendée était plus grande que la France“
Mi viene di dire  Vive le Roi !, ma da fedele duosiciliano grido Viva ‘o Rre!!!   

Giovanni Salemi  



bandiera de l'Armée Catholique et Royale


Jacque Cathelineau- Suo figlio, Jacques-Josepg de Cathelineau fu nobilitato dal Re Luigi XVIII



il nostro Presidente a fianco del cippo che ricorda la seconda battaglia di Cholet del 17 ottobre 1793

Il comm.Giovanni Salemi a fianco del cenotafio di de la Rochejacquelein

ancora il cippo che ricorda la battaglia di Cholet e sotto lo stesso cippo con l'immagine della croce che lo sovrasta






2 commenti:

Il cielo