ITRI - Grande è stata la commozione per il ristabilirsi di un antichissimo rito, e nello scambio ideale di guardia tra i Cavalieri Costantiniani del Lazio e quelli della Sicilia, durante la Festa della Madonna della Civita di quest'anno
La storia di questa miracolosa Madonna, così come il suo culto, affonda in tempi assai remoti le sue radici. La leggenda narra che nel VII sec. sotto il regno dell'Imperatore Isaurico a Costantinopoli, due monaci basiliani furono trovati in possesso dell'immagine della SS. Vergine della Civita e furono per questo motivo gettati in mare chiusi in una cassa assieme al quadro della Madonna. I monaci, dopo un naufragio, furono ritrovati a Messina sani e salvi assieme al quadro, il quale tuttavia rimase poco tempo in Sicilia poichè da lì scomparve per venire ritrovato prima a Gaeta e successivamente a Itri.
La Madonna della Civita, patrona di Itri |
Testimonianze ci raccontano di impervi pellegrinaggi, a bordo di imbarcazioni a remi, da Ponza, prima della costruzione sull'Isola di una Chiesa dedicata a Maria Vergine. Forse la testimonianza di fede più remota viene dal racconto, confermato dal noto scrittore e storico Sir Harold Acton nel suo "I Borboni di Napoli" del 1984, riporta di pellegrini provenienti da Messina. Questi, dice la leggenda, affrontavano il lunghissimo viaggio nel Rito della Perdonanza. Per scontare, cioè, le colpe dei loro peccati che avevano provocato l'allontanamento della Vergine dalla loro Isola. Il rito nel tempo è andato perso ma la Madonna di Costantinopoli o d'Itri, divenne così celebre in tutto il Sud Italia.
Non mancarono infatti, negli anni, neanche Papi e Re all'altare della Miracolosa Madonna. Ricordiamo la visita, il 10 febbraio 1849, di S.S. papa Pio IX che, esule a Gaeta, si recò al Santuario. Con Lui, il Re Ferdinando II di Borbone e tutta la Famiglia Reale al gran completo. Questa testimonianza è ricordata nello splendido dipinto che orna il soffitto della Chiesa nel Santuario. Per quell'occasione il Re si adoperò a far costruire la Via Civita Farnese, importantissima per il futuro sviluppo del Santuario e per gli scambi con gli Abruzzi.
il labaro dell'Ordine
un giovanissimo Itrano con il costume tradizionale
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