martedì 13 marzo 2012

Amare (ma realistiche) considerazioni di un meridionalista appassionato/ Dalle Due Sicilie alle due... Gaete! di Erminio De Biase


Pubblichiamo questa lettera dello storico Erminio De Biase perchè ne condividiamo il contenuto nella speranza che possa essere uno spunto per ragionare e non per litigare. Siamo pronti a rendere note altre posizioni sul tema.

NAPOLI - Chissà quali pensieri avrebbero attraversato la mente di quel grande Napoletano che si chiamava Silvio Vitale nel constatare l’evoluzione (ma sarebbe più esatto dire involuzione) che, negli ultimi anni ha subito la sua ‘creatura’ di Gaeta. Che pena, il 4 febbraio, dover prendere atto che il numero degli oratori superava quello degli spettatori! Pare assurdo, ma così era ed ancor più assurdo, grottesco addirittura, annotare tra i conferenzieri anche qualche facciangialluta che, fino a poco prima, seduto sull’altra sponda, era stato il più inflessibile ‘nemico’ di coloro che, adesso, lo accolgono nelle loro schiere. Più o meno lo stesso squallido spettacolo si è ripetuto il 10 marzo, durante l’esibizione di coloro che si sentono investiti, in esclusiva, da una sorta di diritto divino di parlare di certi valori. Qua, in un contesto molto più numeroso ed arricchito dalla presenza di qualche mecenate che, addirittura, in passato, era stato ritenuto dai suoi stessi compagni di oggi, in odor di massoneria, si è vissuta l’apoteosi dell’incoerenza. Nell’occasione, infatti, sono stati perfino riabbracciati dei personaggi rischiosi (cito testualmente) con cui, cito sempre testualmente, non possiamo tassativamente avere riferimenti anche indiretti… Che peccato dover assistere a queste mene meschine, che hanno come metro di azione solo il chi non è con me è contro di me e dimenticando che l’idea originale, nella quale coloro che convergono a Gaeta si riconoscono è, in effetti, una radice comune, un valore di tutti quanti, anche di chi crede in una diversa strategia d’azione. Quella idea che dovrebbe tenere tutti uniti non viene, purtroppo, per niente presa in considerazione perché, come si dice, meglio capa ‘e ceceniello ca coda ‘e saraco… Ed il bello è che tutti, sia gli uni che gli altri, continuano a parlare di riscatto del Sud, di riscossa del Sud, di valori del Sud, di primati del Sud! Dimenticando di inserire tra questi ultimi quell’individualismo anarchico che, purtroppo, col loro atteggiamento, continuano a suffragare. Sentendo gridare, da una parte e dall’altra, “Viva ‘o Rre!” sembrerebbe esserci un numero di grandi aderenti alla Sua Reale Persona…, parrebbe veder palpitare dei cuori che battono energicamente per Lui… come diligentemente annotò il Cavalier Carlo de Ricci in una sua lunga relazione a Francesco II. Per cui, continuando a parafrasare il suddetto cavaliere, mi chiedo, così come si chiedeva lui, "perché quelle moltitudini non danno opera, simultaneamente, a che il regno della giustizia e delle libertà torni a regnare per il bene di tutti? Perché quelle moltitudini, Sire, -continua il relatore- non hanno coscienza politica, …qualunque idea sdrucciola sulla superficie metallica di quella gente e non vi penetra quasi mai, …essa nuota in un mare di idee metodiche e d’abitudini metodiche. Ora io Le domando –amaramente, conclude- come potete esigere, Sire, da questo popolo che si agiti per un’idea o per voi dal momento ch’egli rifiuta d’agitarsi per se stesso?" Parole che pesano come macigni, che bruciano come sferzate e che si adattano benissimo ai convegni/paradossi di oggi, ad un secolo e mezzo dalla loro stesura.
Centocinquant’anni, a quanto pare, inutilmente trascorsi …
Napoli, 13 marzo 2012

Erminio de Biase

7 commenti:

  1. Concordo con quanto scrive l'amico Erminio de Biase. Da Gaeta il 10 marzo scorso scrissi su Twitter e Facebook "Gaeta rimane una".

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  2. Bravissimo. Condivido in pieno dalla prima all'ultima parola!
    Roberto Della Rocca

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  3. Leggere questa nota mi ha fatto davvero male.
    Io ho sempre sostenuto - e sempre sosterrò- che solo uniti si vince.
    Purtroppo, mi rendo sempre più conto che ormai si sono create situazioni di conflittualità tali che - salvo miracoli - non sarà possibile ricucire lo strappo.
    Sta di fatto che Erminio Di Biase non tiene conto - abbastanza ingenerosamente, a mio avviso - delle condizioni climatiche che hanno dissuaso molti dal partecipare al primo convegno.
    E non mi sembra questo un dettaglio da poco.
    Inaccettabile mi pare inoltre la sua conta dei presenti e dei relatori (fatta, peraltro, quando?), che evidenzia una punta di polemica che andava evitata per rispetto di tutti gli astanti.
    Non intendo comunque impelagarmi oltre in diatribe che non portano da nessuna parte. Di conseguenza, la chiudo qui.

    Gaetano Marabello

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  4. Chi ha avuto modo di approfondire le vicende dell’esilio romano di re Francesco si è reso perfettamente conto della estrema litigiosità della sua corte: un continuo scalciare e sgomitare, non per difendere la causa ma piuttosto per assicurarsi un posticino al sole a discapito di altri. Dopo 150 anni si persevera pervicacemente nell’errore. Condivido l’amarezza di Erminio Di Biase. Ma all’amico carissimo devo ricordare - per onestà intellettuale - che la strada di Damasco è assai lunga… Anche nella “seconda” Gaeta le conversioni (anche commoventi) non sono mancate!!! E, se sono legittime e "nobili" queste ultime, beh devono esserle anche quelle della “prima Gaeta”.
    A me personalmente ha fatto piacere stringere la mano ad amici con i quali, in passato, avevo avuto a che dire. E sono pronto a farlo con tutti coloro che oggi hanno veramente a cuore il Sud.
    Tutto il resto è chiacchiericcio da bottega, dal quale ho sempre mantenuto le distanze. E. come Gaetano, la chiudo qui anch'io!
    VALENTINO ROMANO

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  5. No! Scusate ma non credo sia il caso di "chiuderla qui"...

    Finalmente, sebbene questo non sia affatto il luogo ideale, vi è l'opportunità di affrontare un argomento caro a tutti coloro che hanno a cuore il Sud, la Sua vera Storia e quindi il Suo Futuro.

    Premetto che facevo parte della rappresentanza del Corpo Militare CRI, che in maniera sentita ha partecipato il 5 febbraio alla Santa Messa e quindi sotto la pioggia battente e con il freddo pungente al lancio della corona in mare in onore dei Caduti Duosiciliani.

    Premesso che spero ardentemente di essere invitato ancora su quel monte il prossimo anno, nella stessa veste, per rivivere le intense e coinvolgenti emozioni.

    Spero però che il prossimo anno il "CONVEGNO TRADIZIONALISTA DI GAETA" sia, come deve essere UNO e nel rispetto di chi lo ha ideato, chi deve, sappia fare un passo indietro.

    Spero ancora che a farla da padrona quando si invoca il Borbone sia l'onestà di intenti.

    Spero per farla breve ma non per chiuderla qui che, chi deve, scevro da interessi meramente personali, sappia perseguire l'unità dei movimenti meridionalisti.

    Monarchici e non, separatisti e non, sinceramente non vedo come non si possa tutti dialogare in un movimento comune quando si è spinti da fini onesti, quando il noi prevale sull'io, quando…

    NON CHIUDIAMOLA QUI !

    SISTO DI CRESCE

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