lunedì 10 ottobre 2016

LA REGGIA DI CASERTA STASERA LUNEDI 10 OTTOBRE SU RAI STORIA ALLE 21,40


I soldi che noi contribuenti paghiamo per la RAI suscitano a volte moltissime perplessità.
Compensi miliardari a personaggi dalla questionabile capacità e dalla ancor più certa faziosità, programmi spazzatura, quiz fotocopia, i cosiddetti reality (che con la realtà ben poco hanno a che vedere) fanno si che molti utenti sentano particolarmente ingiusta questa ulteriore vessazione che ci colpisce.
Rare, rarissime volte (rarissime più oggi che in passato,in verità), la RAI usa i suoi potenti mezzi e la professionalità di cui è ricca per produrre dei "gioielli".

Italia: Viaggio nella bellezza è la serie di programmi, documentari e prodotti multimediali nata dalla collaborazione tra la RAI e il MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) "per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico italiano". I documentari sono in alta definizione, in vista della possibile distribuzione internazionale. Radio3 partecipa con Museo Nazionale, uno spazio dedicato all'arte.


Il progetto complessivo si divide, principalmente, in:

Parte con “La Reggia di Caserta”, documentario firmato da Massimiliano Griner con la regia di Stefano Lorenzi, in onda lunedì 10 ottobre alle 21.35-21.40 su Rai Storia (canale 23 Tivùsat; canale 54 Digitale Terrestre; canale 805 piattaforma SKY), la seconda serie di “Italia: viaggio nella bellezza”: un itinerario tra i gioielli, più o meno noti, del nostro Paese, alla scoperta di ciò che il passato ci ha lasciato e di quanto stiamo facendo per tutelarlo e conservarlo. Serie realizzata da Rai Cultura in collaborazione con il Mibact.

Le premesse perché si assista ad uno dei "gioielli" sunnominati ci sono tutte.

Il documentari racconta la Reggia di Caserta, residenza reale che eguaglia, se non addirittura supera, la magnificenza e lo splendore di Versailles, ma anche i suoi annessi come lo straordinario acquedotto carolino, destinato a eguagliare i fasti dell’ingegneria idraulica dell’Antica Roma, e la reale fabbrica di seta di San Leucio, vera e propria utopia sociale del XVIII secolo.

Lo straordinario complesso architettonico nacque dall’intesa tra un grande architetto come Luigi Vanvitelli e una grande coppia reale:

Carlo di Borbone, Re di Napoli e di Sicilia, e sua moglie, Maria Amalia di Sassonia, figlia del re di Polonia.




Un racconto di questo patrimonio dell’Umanità, della sua immagine e della sua valorizzazione futura, fatto dalle voci di chi quotidianamente lavora alla complessa fabbrica della Reggia:


il nuovo direttore, i restauratori, i giardinieri, i volontari che puliscono le fontane.

martedì 4 ottobre 2016

CONCLUSA LA XIX EDIZIONE DELLA CERIMONIA DI CAPUA.



La XIX Edizione dell'evento che ricorda la Battaglia del Volturno e gli eroici soldati che, difendendo la Patria dallo straniero, vi persero la vita si è conclusa con giudizi altamente positivi.

Una conferma per la manifestazione nata diciannove anni fa dalla volontà del comm. Giovanni Salemi e che negli anni è andata via via crescendo in importanza divenendo uno degli appuntamenti "irrinunciabili" per chi ama le Due Sicilie, la nostra Patria, e combatte contro le menzogne imposte dal regime italico-liberal-massonico.

"PER LA MEMORIA CONTRO L'OBLIO", è infatti il motto che ha caratterizzato la cerimonia di Capua fin dalla prima edizione.

Oltre al motto anche la formula dell'evento è rimasta pressoché inalterata.
La parte, per così dire, militare con la deposizione di una corona d'alloro, al suono dell'Inno del Re del Regno delle Due Sicilie, davanti la lapide che ricorda gli eroici Caduti delle Due Sicilie.

Come lo scorso anno l'Inno è stato suonato "dal vivo" dai ragazzi del Liceo Musicale Luigi Garofano diretti dal Maestro  Prof. Antonio Parillo.

Una breve allocuzione, di cui pubblichiamo un breve estratto visibile cliccando quiè stata tenuta proprio dal comm. Salemi 




gli "Ex-Allievi" da sin. il contramm. Pio Forlani, il Presidente onorario dr. Giuseppe Catenacci, il Presidente ing. Alessandro Ortis

Successivamente il momento religioso con una Santa Messa per i nostri Sovrani e per i Caduti che quest'anno ha visto la partecipazione del M. Rev. Padre Damiano La Rosa, Vicario Provinciale dell'Ordine dei Minimi, Parroco delle Reale Pontificia Basilica di San Francesco di Paola in Napoli, Commendatore di Grazia Ecclesiastico del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nonché Priore della Delegazione Campana dello stesso Ordine.









Nella bellissima sala del liceo Musicale si è svolto il  momento culturale cui non manca mai la distribuzione di un interessante pamphlet (quest'anno dedicato a Filippo Pisacane, fratello di Carlo) curato dal dr. Giuseppe Catenacci, Presidente Onorario dell'Associazione Nazionale Ex Allievi Nunziatella, e che ha brevemente illustrato l'opera, e dal dr. Francesco Maurizio Di Giovine e pubblicato dall'Ass. Ex Allievi.
Un breve saluto è stato portato anche dal Presidente in carica dell'Associazione Nazionale Ex Allievi Nunziatella, ing. Alessandro Ortis, che ringraziamo per la Sua partecipazione.


il dr. Giuseppe Catenacci
Sempre di prim'ordine poi i relatori che partecipano al convegno, quest'anno moderato dal dr. Massimo Calenda, giornalista RAI:


il giornalista RAI Massimo Calenda

il Prof. Nicola Ruggieri (già docente presso l'Università delle Calabrie e de "La Sapienza" di Roma) con una interessantissima relazione su i sistemi costruttivi antisismici introdotti da Ferdinando IV dopo il grave sisma del 1783.

da sin. la dr.ssa Elena Bianchini Braglia ed il prof. Nicola Ruggieri


la dr.ssa Elena Bianchini Braglia, notissima scrittrice e ricercatrice, con la relazione "Le Due Sicilie e gli Stati preunitari: retaggio del passato o possibilità per il futuro?".
infine il comm. Prof. Giovanni Bonanno (già docente all'Università di Messina) con "Lungimiranza, riforme e menzogne ufficiali sul Regno Borbonico".

il comm. prof. Giovanni Bonanno







due momenti del concerto conclusivo

Nella suggestiva Chiesa sconsacrata di "Gesù Gonfalone" (facente parte del complesso del Liceo) un concerto, sempre dei bravissimi allievi del liceo capuano, alla fine del convegno ha allietato i partecipanti concludendolo, come  i Wiener Philarmoniker nel Neujahrskonzert di Capodanno, con una stupenda Radetzky March accompagnata dai battimani del pubblico, proprio come nella Großer Saal  del Musikverein in Vienna.

A conclusione dell'importante serata ci siamo ritrovati tutti insieme per una cena conviviale a Palazzo Lanza presso il ristorante "ExLibris".






per motivi di batteria insufficiente non abbiamo la Radetzky Marsch suonata a Capua ma vi assicuriamo che regge il confronto con l'esecuzione dei Wiener Philarmoniker del Neuejahrskonzert 2013 diretto da  Franz Welser-Möst di cui postiamo il video.

Tantissimi gli ospiti importanti per poterli citare tutti.
Ne ringraziamo (in ordine alfabetico) per la loro presenza solo alcuni che idealmente rappresentano tutti gli altri:
 il comm. Arturo Cannavacciuolo, grande amico del comm. Salemi,  il Marchese Giancarlo de Goyzueta, altro nostro amico, ed infine Fiorenzo Manzo, presidente della neonata Associazione Culturale "Regno delle Due Sicilie" di Cava, che ha voluto come padrino il nostro Istituto: in bocca al lupo presidente!!!!
Un particolare grazie poi agli amici "Patrioti" che sono venuti dalle lontane Puglie: Armando Calvano e la gentile consorte signora di Andria, il dr. Diego Eramo, organizzatore della bellissima e toccante cerimonia in onore del "sergente Romano", di Gioia del Colle, Cesare Linzalone da Acquaviva delle Fonti e l'avv. Gaetano Marabello, autore di tanti libri di carattere storico.


Riportiamo, inoltre, qui di seguito, il testo dell'allocuzione tenuta dal dr. Salemi:


Diamo inizio alla cerimonia di ricordo e commemorazione della Battaglia del Volturno e dei Caduti dell’Esercito delle Due Sicilie, con la deposizione di una corona di alloro alla targa marmorea che ricorda  quell’evento e lo faremo al suono dell’Inno delle Due Sicilie, l’Inno al Re di Paisiello, che sarà  eseguito dagli alunni  del Liceo Musicale Luigi Garofano diretti dal Maestro  Prof. Antonio Parillo.
La corona sarà materialmente deposta da  un Siciliano di Messina e da un Continentale del Sorano, ai tempi parte viva dell’antica  Terra di Lavoro, e ciò a voler significare la partecipazione di entrambe le parti dell’antico Regno, come erano definite, al di qua e al di là del Faro.

Con questo gesto  intendiamo rendere gli onori del ricordo ai Caduti del nostro antico Esercito e alla memoria di tutti i partecipanti alla campagna di guerra che con tanta sfortuna, ma con tanto valore e tenacia fu combattuta contro il duplice assalto che il Regno si trovò a dover affrontare contro le bande irregolari  da sud e contro l’Esercito del Regno di Sardegna da nord.
In quella campagna di guerra la battaglia del Volturno fu il primo atto di carattere offensivo che il nostro Esercito mise in essere, dopo aver purtroppo  subito i disastri di Sicilia e di Calabria. Fu a Capua che al richiamo del Re  dopo l’abbandono della Capitale, si concentrò il meglio di quanto restava  di tutti i reparti militari già impegnati sia pure in modo, direi,virtuale. E fu appunto a Capua che reparti ricostituiti o costituiti ex novo, animati da spirito combattivo sostenuto  dalla eliminazione di Comandanti insicuri o, peggio, coinvolti dalla setta liberale massonica e sostenuto dalla presenza positiva del Re e dei Principi Reali Conte di Trani  e Conte di Caserta, condussero ripetute  azioni offensive fermando il nemico che avanzava  sicuro di poter usufruire ancora una volta di uno di quegli sbandamenti che gli avevano aperto le porte della Capitale.
E tra queste azioni si ricorda  la riconquista di Caiazzo, centro prossimo a Capua e in posizione tattica utile per l’attacco successivo: Caiazzo prima abbandonata  per forte differenza di forza in campo a favore del nemico, venne subito dopo riconquistata con una azione bellica condotta sotto la supervisione di Ufficiali Generali ma comandata dal ten. colonnello Ferdinando La Rosa, ufficiale dei Cacciatori, che, ferito gravemente e trasportato a Capua, morì in quell’Ospedale Militare. La tomba di questo Ufficiale che era in una Chiesa della Città non è giunta sino a noi perché in occasione di restauro della Chiesa  la tomba stessa, complice l’oblio storico che scolasticamente e politicamente impostoci ci affligge, deve essere stata distrutta.
Ma la Battaglia vera e propria si svolse il giorno 1 ottobre: era un lunedì e alle prime ore del giorno le colonne napoletane uscite dalla piazzaforte di Capua attraverso la Porta di Napoli quella tuttora esistente si avviarono ad affrontare il nemico e le prime fucilate furono quelle sparate dai Cacciatori che guidati dal col. Capecelatro avanzavano sulla strada per S.Angelo  in Formis e poi, a seguire, il fronte si infiammò tutto ivi compreso anche il settore di  Caserta Vecchia  e di Amorosi e Ponti della Valle. Tutta una serie di scontri che non possiamo certo esaminare nel dettaglio in questa sede.
Mentre possiamo ricordare qualche nome dei nostri Eroi morti armi alla mano: il figlio del Generale von Mechel, svizzero, caduto ai Ponti della Valle con il padre che vistolo morto in corso di scontro  reagì togliendosi il chepì e, gridando Viva il Re,  proseguì nella sua azione ;  il capitano d’artiglieria Giovanni Giordano morto in azione  poco dopo essere passato davanti al collega capitano Quandel che ricorda in una sua memoria di aver notato lo sguardo e il sorriso di orgogliosa soddisfazione con cui questo andava incontro al nemico; il capitano Giusepe De Mollot, Ufficiale dei Tiragliatori, specialità dei Cacciatori, in azione davanti agli “antichi archi” davanti a Santa Maria, del quale fu riportata in Capua la sola sciabola, unica cosa che si potè recuperare di quel valoroso; e valoroso fu anche chi sopravvisse alla battaglia come Ludovico Quandel che portò i cannoni della sua bateria a S.Tammaro per sostenere l’urto della cavalleria e con Quandel era pure il colonnello Matteo Negri che poi morirà al Garigliano meno di un mese dopo; ed infine a questi pochissimi nomi dobbiamo aggiungere i tanti anonimi che morirono e di cui non si è mai più avuta notizia.
Purtroppo la giornata non fu fortunata e non si riuscì a sfondare come era nei piani per rientrare a Napoli anche perché forse non si ebbe il coraggio di giocarsi il tutto per il tutto, ma le condizioni erano quelle che erano e comunque  ricominciò da quella data la ripresa della salvaguardia dell’onore militare delle Due Sicilie ed artefici primi ne furono per l’appunto tutti quei valorosi che caddero o che parteciparono alla lotta nel nome della loro, e nostra,antica Patria e del legittimo Sovrano.
Noi vogliamo ricordare questi nostri antichi compatrioti e li onoriamo: essi rappresentano “gli immortali” della nostra Patria e per tale qualità  in  loro onore diciamo:

Viva le Due Sicilie e Viva il Re. 



Il cielo