martedì 30 giugno 2015

CONVEGNO DI GENEALOGIA E ARALDICA



MOLA di GAETA: 11 luglio alle ore 16,30, un interessante Convegno di Araldica e Genealogia dal titolo 

            Introduzione alla Genealogia e all'Araldica - l'Istituto Nobiliare nel Regno di Napoli 

al quale interverranno famosi studiosi della particolarissima disciplina, come  leggerete nella locandina allegataalla presenza di S.E. il Segretario della Reale Deputazione, Nobile Avvocato Piero Cutellè, e del Vice Delegato della Delegazione di Veroli del Sovrano Militare Ordine di Malta, Avv. Giuseppe Alfonsi.




domenica 14 giugno 2015

II CENTENARIO DEL TRATTATO DI CASALANZA 1815-2015

PASTORANO: A Casalanza, in Terra di Lavoro, villa agreste appositamente requisita dagli austriaci, il 20 Maggio 1815 fu stipulato tra l'Esercito austriaco e quello Napoletano del Murat il trattato che pose fine al decennio napoleonico nel Regno. Per mezzo di esso, Francesco I d'Asburgo riconsegnò formalmente lo Stato all'alleato Borbone, spodestando definitivamente Gioacchino Murat il cui esercito, dopo la sconfitta di Tolentino, era ormai in rotta.
Il Trattato fu sottoscritto per i Napoletani (murattiani), da Pietro Colletta, plenipotenziario del Generale in capo Michele Carascosa; per gli Austriaci da Adamo de Neipperg, plenipotenziario del Generale in capo Federico Bianchi che, poi, per riconoscenza fu nominato da Ferdinando di Borbone duca di Casalanza e da lord Burghersh ministro plenipotenziario di Sua Maestà britannica presso la corte di Toscana. 
Fu così che dopo una lunga discussione  nella neoclassica galleria di casa Lanza, vennero ceduto ai Borbone tutti gli arsenali e le piazzeforti del Regno, con la temporanea eccezione di Gaeta, Pescara e Ancona.
L’evento storico appare in un articolo dell'epoca apparso su "Il giornale delle Due Sicilie": “Alle ore 8 del 20 Maggio 1815 si riunirono i Generali in capo delle due armate, Bianchi e Carascosa; il ministro inglese Lord Burghersh; i plenipotenziarii Generali Neipperg e Colletta. Le trattative si protrassero per 9 ore con 13 articoli...  Con il Trattato vi fu la cessazione ufficiale e definitiva della guerra nel Regno di Napoli; il cambiamento del Governo, non per Rivoluzione di interessi o di Fortuna, ma per placida evoluzione di nomi e di forme l'arbitrio di ognuno di restare o di partire Ferdinando IV per il Congresso di Vienna (I ottobre 1814  9 giugno 1815) e per il Trattato di Casalanza (20 maggio 1815) riebbe il Reame, dove entrò trionfante su di un bianco destriero il 17 giugno 1815. L'anno dopo (8 dicembre 1816) assunse il nome di Ferdinando I (delle Due Sicilie)”.
Nella convenzione veniva tra l'altro sancito lo scambio dei prigionieri, quindi un'amnistia generale, il riconoscimento del debito pubblico e garantita la nobiltà insieme a gradi, onori e pensioni dei militari che avessero giurato fedeltà al Borbone.
Copia dello storico trattato è menzionato dal Colletta nella sua “Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825”, conservata nella biblioteca del Museo Provinciale Campano, in Capua - che così recita:
“...[Murat] diede incarico di trattare ai Generali Carrascosa e Colletta. Disse al primo che patteggiassero il mantenimento delle vendite, dei doni, di tutto ciò che lasciavagli fama di buon Re ne' Napoletani.
Al secondo che gli chiedeva cosa volesse concedere ai nemici, rispose: "Tutto fuorché l'onore dell'esercito e del popolo".

I negoziatori dopo lunghe, agitate conferenze, vicine a rompersi, firmarono: pace fra i due eserciti; la Fortezza di Capua cedesi il 21 maggio; Napoli e i suoi castelli il 23 maggio; poi il Regno tutto; i presidii che uscivano dalle fortezze dovevano avere gli onori convenuti »

La famiglia Lanza e il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ricordano il Trattato di Casalanza che nel 1815 pose fine al decennio napoleonico nel regno di Napoli.

Realizzato con il patrocinio del Comune di Pastorano, del Comune di Capua e dell'Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie, la celebrazione si svolgerà in due momenti: alle 17,30 nel territorio di Pastorano e subito dopo alle 19,00 a Capua, nel cortile di palazzo Lanza.


È possibile prenotare la cena storica presso il ristorante Ex Libris ai numeri 0823622924 - 3389993220

domenica 7 giugno 2015

LETTERA DI UN 17ENNE / “Studio la storia e sulle bugie risorgimentali mi sale la rabbia”

Dall'ottimo sito di identità insorgenti, che vivamente vi consigliamo di consultare spesso (http://www.identitainsorgenti.com/lettera-di-un-17enne-studio-la-storia-e-sulle-bugie-risorgimentali-mi-sale-la-rabbia/) riproponiamo questo articolo di ieri 6 giugno 2015.

Ivano Leone è uno studente di 17 anni del coordinamento Kaos, di Napoli. Trascorre una notte a studiare la storia (falsata) e arrivato al capitolo dedicato al Risorgimento non può che constatare che nel suo libro ci sono tante bugie (tanto per cambiare). E qui spiega perché. Non potevamo che ospitare il suo punto di vista: perché il suo intervento, cosciente e consapevole, da speranza a tutti noi.



Io davvero non so come abbia trovato la forza per studiare tutta la notte storia (materia che amo per di più, ma non in 150 pagine alla volta), magari finalmente il 4 di giugno mi sono accorto che dovevo dare un senso a quest’anno.
Tutto bellissimo, pere di caffè e biscotti plasmon (non posso addentare), finchè, arrivato al tanto discusso capitolo dell’unificazione italiana, ho iniziato ad avere quella strana voglia di bruciare il libro, o strapparlo pagina per pagina (forse anche per colpa dei 4 caffè , magari in altre condizioni mi sarebbe bastato sputarci sopra); sarà che forse non riesco a leggere di “POLITICI ONESTI” della “destra storica” che tra il 1861 e il 1876, eroicamente si impegnarono nel sanamento del debito pubblico della neonata Italia, facendosi carico, poveretti, dei debiti di tutti gli stati preitalici, e chi sa perchè i 445 milioni di lire in oro contro i 27 piemontesi , sparirono per mistero dalle casse napoletane  per colmare un debito che per il 57 per cento era piemontese. Quei “politici onesti” che attraverso il connubbio non davano possibilità di scelta tra la destra e la sinistra, ma costituivano un unico blocco centrista e liberista votato all’interesse di pochi (come adesso più o meno, o’ fatt è vecchj), chiamatemi pazzo se volevo distruggere il libro, ma sarà che forse il Regno Delle Due Sicilie per il mio libro di storia era solo una lunga prateria affetta da latifondismo, malgoverno, dalla camorra dalla pizza e il mandolino; e dopo qualche magro accenno alla totale indifferenza dei politici Sabaudi ai problemi meridionali, che guarda caso si moltiplicarono esponenzialmente con la fatidica “UNITÀ”, la colpa alla fine fu dei meridionalisti “acuti nell’analisi del problema ma che non seppero proporre un’alternativa”. Certo perchè contro un parlamento di destra e di sinistra che fa unico blocco centrista, è facile fare qualcosa. Sarà perchè parla del grandissimo impulso industriale che ebbe il nord, quando non parla dell’ottima base di partenza che esisteva al sud, che a livello preitalico, industrialmente parlando, aveva il primato.
Sarà che nella realtà dei fatti il Regno Delle Due Sicilie aveva la prima flotta mercantile d’Italia (la seconda in europa), la prima nave a vapore, una sviluppata industria tessile (addirittura una fabbrica basata sul socialismo). Sarà che prima di Pirelli, Ansaldo, Agnelli e Breda esistevano le officine ferroviarie e siderurgiche di Pietrarsa, i cantieri navali di Castellamare e Napoli, vari stabilimenti siderurgici sparsi che davano lavoro a decine di migliaia di napoletani, tutti progressivamente posti sotto il controlllo di un commissario piemontese e poi chiusi. Sarà che aveva la terza migliore flotta militare d’Europa, le prime infrastrutture moderne ispirate alla rivoluzione industriale, e il più basso tasso di mortalità infantile, e sorpresa delle sorprese, a proposito del latifondismo, una legislazione contro lo shiavismo e il vassallaggio dei contadini, il primo telegrafo sottomarino d’Europa, la prima università laica e statale del mondo, i primi osservatori astronomico e sismologico (primo al mondo), o le prime compagnie turistiche (gestite da briganti eh) e le prime linee ferroviarie.
Sarà che prima si assisteva al fenomeno dell’immigrazione, e dopo l’unità, all’emigrazione. Sarà che esaltate la splendida politica economica di Giolitti che fece fiorire l’Italia, ma non parlate della despotica politica del doppio volto che ebbe con le popolazioni meridionali, favorendo il brigantaggio la mafia e la camorra (ma attenzione, quelle gia esistevano sul territorio, i piemontesi non c’entrano niente, il libro lo sottolinea bene). Sarà che davvero potrei continuare all’infinito, (e non sono filoborbonico ne neoborbonico): pur sapendo che la condizione delle masse contadine non era delle migliori (se no non si spiegherebbero fatti come la rivolta di Bronte, di esasperazione contadina, spinta a tale eccidio)(e c’è comuque da sottolineare l’impegno dello stato nell’abolizione delle logiche latifondistiche) e tenendo conto comunque che il Regno Delle due Sicilie, essendo una monarchia assoluta con una costituzione, i suoi capitali li stipava in gran parte nelle casse rege, la verità è che voi egregissimi eroi dell’unità e voi, ebeti sostenitori delle loro tesi, vi siete riempiti di parole bellissime, spacciando questo schifo per “UNITÀ” , parola che presuppone un egualitarismo nella tutela delle popolazioni UNITE , di eguali diritti , opportunità , e con problemi, purtroppo, molto differenziati , a cui dare uguale attenzione, invece io vedo la CONQUISTA d’Italia, e la colonolizzazione del sud degno dello sfruttamento degli spagnoli nelle Americhe, ma ancora più spregevole, perchè assoggettata a logiche liberiste (la storia non è cambiata) e sopratutto, poggia le sue basi su un inganno: quello ai danni delle measse contadine, che credevano , ad un certo punto, davvero in questa bella parola detta “UNITÀ” le quali vedavano un bagliore di luce, la fine della loro condizione servile, e invece si sono ritrovate in una posizione ancora peggiore, sotto un padrone ancora peggiore, che di positivo per questa terra davvero non ha mai fatto finta di fare niente apparte aumentare le tasse, che non ha mai mostrato una briciola d’amore per questa terra tanto bella quanto problematica.
Sarà che i soldi del meridione potevano essere spesi per il meridione e all’inizio visto le divergenze, si poteva comunque utlizzare il federalismo catteneo (ma la monarchia costituzionale sarebbe bastata se avesse rispettato i canoni di una vera unità, basata sui sentimenti romantici di popolazioni che volevano essere unitè senza dipendere da stranieri, e non la spregevole logica liberista del profitto personale e della propria terra, abbiate almeno il coraggio di chiamarlo sfruttamento, unendo terre che di comune avevano solo la religione e un passato da impero più che dimenticato da quasi 1500 anni). Sarà che io questa città che conserva quel suo antico splendore, come una donna stuprata e oltraggiata,offesa,tramortita, ma sempre fiera e bella, la vedo la vivo e penso quello che sarebbe potuta essere, e potrebbe diventare, ogni volta, ogni secondo, in ogni momento, davanti ad ogni contraddizione, e chi sa poi quel tipo di Italia unita, che bellezza sarebbe stata, senza razzismi, senza miseria, senza corruzione e sopratutto senza quei clown che oggi il nostro stomaco deve tollerare . Sarà che la storia la scrivono i vincitori, ed io sono costretto a studiarla fino alle 6 e mezzo del mattino, forse un po’ la mia reazione, pur non tenendo conto dei caffè, è giustificata.
“però sinceramente dico sinceramente
nun te può lamentà’ tiene ‘a machina e ‘a patente”
Manlio Leone tu che fin da piccolo mi hai cresciuto con la questione meridionale…

Ivano Leone
Studente del Coordinamento Kaos

sabato 6 giugno 2015

MARIA SOFIA RICORDATA A NAPOLI


NAPOLI: Nella bella ed elegante sala messa a disposizione dall’avv. Famiglietti si è svolto venerdì scorso il convegno “Maria Sofia Donna, Regina, Guerriera”. L'evento è stato organizzato dall’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie assieme alla  delegazione campana del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e in collaborazione con l’Istituto di Cultura Meridionale.

Aspettando l'inizio. In primo piano Anna Maria Ackermann
Quando si stava per iniziare con la sala gremita, una telefonata avvisava che il moderatore, il dott.. Aldo Cobianchi, segretario generale della Società Italiana dei Francesisti, era bloccato in autostrada a causa di un ingorgo. 

il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Delegato per la Campania del S.M.O.Costantiniano di San Giorgio

Allora il marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Delegato del S.M.O.C. di San Giorgio, lo ha validamente sostituito, dando tempo allo stesso di arrivare. Il padrone di casa, avv. Gennaro Famiglietti, ha salutato i presenti dando il via ad una serata che si è rivelata molto interessante. 
l'avv. Gennaro Famiglietti, padrone di casa, saluta i partecipanti
La prof.ssa Maria Antonella Fusco, storica dell’arte e Soprintendente del MIBACT, dirigente dell’Istituto Centrale per la Grafica, ha subito catturato l’attenzione dei presenti con una relazione in cui, mettendo a confronto le due sorelle, Elisabetta, la famosa Sissi, e Maria Sofia, ne metteva in risalto la figura sottolineando il suo essere “Donna” e “Regina” in un tempo di forti cambiamenti.

la prof.ssa Maria Antonella Fusco e Gigi Di Fiore

il comm. Arturo Cannavacciuolo e la prof. Maria Antonella Fusco, bravissima relatrice

Gigi Di Fiore, quindi, ha proseguito pcon “Maria Sofia a Gaeta: la nascita della leggenda” arricchendo il suo excursus con una serie di notizie e aneddoti molto interessanti.
da sin.: Maria Antonella Fusco, Gigi Di Fiore, Aldo Cobianchi e Gennaro Famiglietti
A concludere in bellezza la serata, i versi che il grande poeta Ferdinando Russo dedicò alla Regina Maria Sofia. Ad interpretarli magistralmente una famosa “signora del Teatro”, la grande Anna Maria Ackermann che ha donato all’uditorio emozioni fortissime ed intense. 
la sig.ra Ackermann mentre interpreta divinamente la poesia di Ferdinando Russo. A fianco alla grande attrice il cav.Giancarlo Rinaldi
da sin.: Gigi Di Fiore, Aldo Cobianchi e Giancarlo Rinaldi
Non era la prima volta che la Ackermann aveva a che fare con Maria Sofia. Nel film di Magni “‘O Rre”, accanto a Giancarlo Giannini (Francesco II) e ad Ornella Muti (Maria Sofia), interpretava  la Regina Maria Teresa d’Asburgo, la seconda moglie del Re Ferdinando II di Borbone e suocera di Maria Sofia.
il Marchese Sanfelice porge un omaggio floreale alla sig.ra Ackermann
A ricordo della serata ai tre relatori sono stati offerti eleganti fermacarte con impressa la Croce Costantiniana ed alle due signore un grazioso omaggio floreale. 


da sinistra: Angela Andolfo, Donatella Pessetti, Giovanna Guarino, Anna Maria Ackermann, Maria Lampitella 

martedì 2 giugno 2015

XVIII COMMEMORAZIONE DEI CADUTI DELL'ESERCITO MAPOLETANO - I AVVISO


I primi di ottobre del 1860 si svolse l’ultima battaglia della “guerra del ’60” , l’invasione che portò alla fine della indipendenza del millenario Regno fondato da Ruggero d’Hauteville.
Gli invasori hanno cimiteri, lapidi, strade, monumenti che ricordano la loro impresa.
Coloro che difendevano la propria libertà. indipendenza, la loro Terra, il loro Re sono invece stati condannati, dalla storia ufficiale e da storici partigiani, all’oblìo più totale.
In un film di John Ford c’è una bellissima frase che ben si adatta a questi soldati: Essi caddero ma come stelle d’agosto sfolgoranti in cielo.
È per ricordare questi Valorosi che dal 1997 si svolge a Capua una cerimonia che richiama ogni anno tante persone che “non vogliono dimenticare” da molte parti della penisola.
Compie diciott’anni, è divenuta maggiorenne, la manifestazione voluta dal comm. Giovanni Salemi, che quest’anno si terrà il 17 ottobre, cominciata quasi in sordina e cresciuta anno dopo anno fino ad ospitare, nell’edizione dello scorso anno, il Coro del Real Teatro di San Carlo, il famoso giornalista Jean Noël Schifano, la bravisima attrice Gea Martire, il tutto alla presenza di S.A.R. la Principessa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie che per la seconda volta ha voluto essere presente alla bella cerimonia.
Auguri allora alla Commemorazione che si accinge a spegnere le 18 candeline, nonché al suo ideatore e.... ad Majora!!!



Il cielo