mercoledì 31 ottobre 2012

Brigantaggio postunitario, successo per la presentazione del libro di Riccardi

Da sinistra Giuseppe Santamaria, Fernando Riccardi, Roberto Della Rocca e Vincenzo Noce

AUSONIA – Il Brigantaggio postunitario è andato “in scena” ad Ausonia, piccolo comune dell’Alta Terra di Lavoro, oggi inquadrato nella Provincia di Latina. L’occasione che ha permesso alla popolazione intervenuta di conoscere alcuni aspetti poco noti della lotta contro l’invasore piemontese dal 1861, è stata la presentazione del libro dello storico Fernando Riccardi. Ad organizzare l’evento, che si è tenuto nell’Auditorium Santa Maria a Castello, l’associazione culturale Gino Santamaria, con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Ad intervenire sono stati Giuseppe Santamaria, presidente dell’associazione culturale Gino Santamaria, e Vincenzo Noce, assessore comunale alla Cultura. A presentare il volume è stato Roberto Della Rocca, direttore de “il Giornale del Sud”. All’autore il compito di illustrare uno dei periodi più complessi della nostra storia. “Come ebbe a raccontare Franco Molfese, il più grande storico del brigantaggio, quando approcciò l’argomento ebbe l’impressione di ritrovarsi di fronte ai resti di un naufragio. Quella sensazione – ha sostenuto l’autore – è quella che si ha di fronte al tanto materiale presente negli archivi sul brigantaggio che non fu fenomeno criminale endemico, come una certa storiografia ha voluto rappresentarlo, ma che è stato lotta sociale e politica di resistenza ad una annessione forzata e ad una unità mai veramente realizzata”. Al termine della presentazione l’esibizione del maestro Salvatore Viola che si è esibito in un apprezzato concerto di canzoni napoletane.


martedì 30 ottobre 2012

Michelina Di Cesare, il ricordo di una eroina del Sud



MIGNANO MONTELUNGO – Una giornata per ricordare Michelina Di Cesare, la brigantessa dell’Alta Terra di Lavoro nata il 28 ottobre 1842 a Caspoli di Mignano Monte Lungo. Una bambina qualsiasi che sarebbe diventata la Brigantessa per eccellenza a seguito del drammatico compimento dell’Unità d’Italia. Ad organizzare l’evento Carmine Di Somma, medico e appassionato di storia delle Due Sicilie tanto aver coniugato le sue due passioni, quella per la storia del Sud e per le moto con la nascita di un moto club delle Due Sicilie. A lui il merito di aver portato a Mignano appassionati ed amici in parte consapevoli e in parte no del proprio passato. A spiegare le ragioni delle Due Sicilie l’editore Vincenzo D’Amico, il Direttore del Giornale del Sud Roberto Della Rocca e il Direttore Responsabile dell’Alfiere, Fernando Riccardi. Al dibattito e alla spiegazione dei fatti storici che si sono verificati durante il regno dei Borbone, ha partecipato anche Michele Ladisa, responsabile politico del Movimento Italia Prima, giunto appositamente da Bari. Particolarmente apprezzato è stato l’intervento del primo cittadino di Mignano Montelungo, Antonio Verdone che ha mantenuto un impegno assunto con l’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie e con l’associazione Historicus. Intervenuto lo scorso anno alla presentazione del libro dello storico Riccardi (Brigantaggio Postunitario. Una storia tutta da riscrivere) si assunse l’impegno di realizzare due targhe commemorative in omaggio a Michelina Di Cesare e al brigante Giacomo Cicone, entrambi nati a Caspoli di Mignano Montelungo. Nello scorso agosto si è svolta la cerimonia di affissione delle due targhe commemorative. Il fatto è stato ricordato anche domenica 28 quando, nel giorno della memoria per Michelina Di Cesare, si è riusciti a parlare un po’ di noi, di come eravamo e di come dovremmo diventare.

lunedì 29 ottobre 2012

Il sacrificio di Matteo Negri al Garigliano, in difesa della Patria

Il Generale Matteo Negri

Vi segnaliamo questo articolo pubblicato sul sito www.ilgiornaledelsud.net che tratteggia il personaggio del Generale Matteo Negri, morto il 29 ottobre 1860 mentre combatteva con i suoi uomini al Garigliano e, col suo sacrificio, garantì la salvezza di migliaia di soldati dell'esercito delle Due Sicilie.

NAPOLI – Il sacrificio del Generale Matteo Negri non può passare sotto silenzio, come pure si tenta di fare ogni anno. Matteo Negri è uno di quei meridionali che nel 1860 scelse di non tradire e, da ufficiale dell’Esercito delle Due Sicilie ligio al dovere e all’onore, due tratti che erano stati instillati in lui negli anni della formazione alla Nunziatella, difese fino alla morte la propria patria. Morì il 29 ottobre 1860 mentre, con i suoi uomini, impegnava l’esercito garibaldino e piemontese lungo il fiume Garigliano, quando tutto era già perduto. Nonostante questo non è mai venuto meno ai suoi compiti. Palermitano nato il 21 giugno 1818, primo dei sei figli del Capitano Michele Negri dei Baroni di Paternò e di Maria Antonia Termini dei duchi di Vaticani, entrò nel Real Collegio Militare della Nunziatella a 14 anni, nel 1832. La Nunziatella rappresentava il massimo per l’istruzione militare e il fior fiore dell’ufficialità dell’Esercito delle Due Sicilie aveva ricevuto la propria istruzione proprio nei suoi locali. Uscì dalla Nunziatella come Alfiere dell’Artiglieria sette anni dopo, nel 1839, e cominciò a dedicarsi all’arte della guerra pubblicando anche testi scientifici sull’argomento dell’artiglieria. Fu uno dei primi ad elogiare la nuova tecnica di rigatura dell’artiglieria che porterà alla nascita dei cannoni rigati che con tanta viltà verranno usati dai piemontesi durante la campagna del 1860-61. Questa capacità intellettuale unita a doti di comando e abilità tattiche che gli valsero la medaglia nella campagna di Sicilia nel 1849, diretta dal Generale Gaetano Filangieri, e l’attribuzione degli Ordini cavallereschi di San Giorgio della Riunione, di Francesco I e di San Ferdinando e del Merito. Una rapida carriera militare che lo porta ad essere nominato Tenente Colonnello quando Garibaldi è già in Calabria. Il 7 settembre segue il suo Re, Francesco II a Capua e gli viene affidato il comando dell’Artiglieria nella battaglia del Volturno suscitando l’ammirazione di tutti i suoi contemporanei. Un altro grande dell’Esercito delle Due Sicilie, Ludovico Quandel lo elogiò successivamente con parole cariche di ammirazione: “Bravissimo sia per le cognizioni che possiede quanto per la fermezza e il coraggio di cui è dotato, sarebbe stato utilissimo all’Esercito se i suoi consigli dati con militare franchezza fossero stati uditi. Egli però aveva trovati oppositori molti e tentennamenti oltremodo nocivi. Aveva ricevuto il comando superiore delle batterie ed era perciò stato quasi allontanato dai consigli di guerra, sbaglio gravissimo e non solo”. Il tradimento piemontese e l’invasione dal nord cominciata il 18 ottobre, segnò la fine di ogni speranza. L’esercito napoletano passo al Garigliano per stabilire la nuova linea di resistenza delle forze armate. E’ promosso rapidamente Colonnello e poi Generale di Brigata. Organizza, in questa veste, il trasferimento di oltre 20mila uomini dal Volturno a Gaeta, approvvigionamenti, uomini, cavalli, carri e cannoni, sono trasferiti in pochi giorni fino a quando, alla fine del mese, non apparvero all’orizzonte i piemontesi guidati dal sanguinario Generale Enrico Cialdini, futuro boia di Pontelandolfo e Gaeta. Una vera e propria fuga in avanti quella dei bersaglieri che volevano dividere in due le forze napoletane. Punto di resistenza era costituito dal 3° e 4° battaglione Cacciatori e da un battaglione del 3° di Linea. A supporto vi erano il 14° Cacciatori, 24 cannoni da campo, 8 pezzi di artiglieria da montagna, due squadroni di Lancieri e uno di Ussari. Dopo poche ore di battaglia viene ferito più volte ma resiste. Continua a dare ordini e a dare fiducia agli uomini che resistono. La sua azione è fondamentale. Senza il fuoco dei suoi cannoni i bersaglieri avrebbero gioco facile ad avvicinarsi al ponte Ferdinando. La resistenza dei Napoletani consente a tutte le truppe a Sud del Garigliano di passare il fiume e di portarsi, ordinatamente a Gaeta dove Francesco II e Maria Sofia si preparano all’ultima, disperata resistenza. Quando il peggio è passato si accascia al suolo, accanto ai suoi cannoni e a lui il fiore dell’Esercito Napoletano: il capitano Quandel, il capitano Raffaele D’Agostino e il fratello del Re Alfonso di Borbone conte di Caserta. Francesco II ne dispone i solenni funerali da eseguirsi nel Duomo di Gaeta dove dal 1860, Negri è sepolto. “Le sue rare virtù lo rendono degno di essere ricordato alla posterità; però dopo che avrà ricevuto in questa Piazza gli onori funebri che troppo gli sono dovuti, saranno le spoglie racchiuse in un sepolcrale monumento che sarà eretto in questo Duomo” dispose così l’ultimo Re delle Due Sicilie. L’epigrafe nel Duomo di Gaeta così recita: “Matteo Negri/ Generale delle napoletane artiglierie/ raro esempio di fede e virtù militare/ pel Re e per la Patria/ sulle rive del Garigliano strenuamente pugnando/ il XXIX Ottobre dell’anno di nostra salute MDCCCLX/ cadde da prode/ all’anima generosa la corona la corona immortale degli eletti di Dio/ alla spoglia terrena/ tra lagrime e l’ammirazione dell’esercito/ il Re poneva questa lapide”. A questa lapide il popolo delle Due Sicilie, riconoscente, si inchina e ne onora ancora la memoria.

PAOLO LUNA

lunedì 22 ottobre 2012

I lager dei Savoia e la "sete" di verità degli Abruzzi.

Stemma dell'antica provincia di Abruzzo Ultra

TERAMO – Il viaggio è lungo ma non stancante. Dai finestrini del treno ti passa davanti tutto il Sud, che ami e che odi tutti i giorni, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma sempre bellissimo. Dalla pianura di Terra di Lavoro e dal Vesuvio si passa sotto l’acquedotto carolino e da lì verso le montagne del Sannio. Poi ad un certo punto, lo scenario cambia, terra sconfinata, brulla, paesaggi mozzafiato interrotti qui e la dalle brutture dei pali eolici e dalla maestà degli ulivi. La Puglia, bellissima, ti porta fino al mare. Gli oliveti la fanno da padrone anche in Molise, fino a quando non si arriva negli Abruzzi con il suo mare dove, complice questo anomalo caldo asfissiante di fine ottobre, parecchi sono in acqua a cercare frescura e nel tentativo di allungare la stagione della tintarella. Paese dopo paese, il viaggio finisce a Bellante. Comincia così il viaggio storico che ci riporta lontano dalle calde terre delle Due Sicilie, verso le prigioni di Genova, Alessandria, San Maurizio Canavese fino alle Alpi, nella valle gelida dove sorge la fortezza di Fenestrelle. Proprio sui lager dei Savoia verteva il convegno che si è svolto a Bellante sabato 19 ottobre, un evento a cui non sono voluto mancare nonostante la lunghezza del viaggio. Non sono voluto mancare perché doppiamente meritevole. Organizzato dall’associazione Nuove Sintesi che ha accolto, malgrado le proprie convinzioni nazionaliste, l’invito alla riflessione e al dibattito che è arrivato dalla delegata di zona dei Comitati Due Sicilie, Chiara Costa. A lei e al Presidente di Nuove Sintesi, Davide D’Amario, i ringraziamenti per la bella manifestazione e per l’ottima organizzazione. Si è parlato di tutto ciò che riguarda la pagina più nera del Risorgimento, quella meravigliosamente descritta da Fulvio Izzo nel suo libro che prende titolo proprio "I Lager dei Savoia", un volume che tutti dovrebbero leggere. Si è discusso delle modalità e dei tempi di come la "tratta dei napoletani" (così la definiva la Civiltà Cattolica) si svolgeva. Sono state riportate le testimonianze di alcuni sopravvissuti. Si è raccontata la soluzione finale di esportare i prigionieri all'estero. Non è mancato il richiamo ai cattivi maestri, ai Bossuto, ai Barbero e ai Cazzullo che continuano a mistificare, a nascondere, a barare. La cosa stupefacente è stato toccare con mano la “sete di Due Sicilie” che c’è negli Abruzzi. Sono giovane, questo è vero, ma ho girato abbastanza convegni e riunioni duo siciliane e borboniche per poter dire di non aver mai visto, in occasione di un convegno, il pubblico protagonista con una trentina di domande e richieste di informazioni sulla nostra storia. Così è finita che dai Lager dei Savoia si è parlato di tutto ciò che riguarda le Due Sicilie. Dall’arrivo di Carlo di Borbone all’assedio di Civitella del Tronto, dalla rete ferroviaria del Regno alla Marina Napoletana, dagli usi civici alle leggi anticlericali. Un viaggio lungo 150 anni, un viaggio della memoria a dimostrazione di quella sete di sapere degli Abruzzi che ci invita e ci impone, allo stesso tempo di fare ritorno, di approfondire, di conoscere, di crescere insieme alle popolazioni. Un appuntamento a cui, personalmente, non mancherò e qualcosa mi dice che sarò in buona compagnia.

Roberto Della Rocca
Direttore Responsabile “il Giornale del Sud”


venerdì 19 ottobre 2012

Rimossi i graffiti dell'Obelisco Carolino



BITONTO (Terra di Bari) - Al centro di piazza “26 Maggio 1734”, svetta l’Obelisco Carolino, monumentale testimonianza della battaglia che, in quel luogo ed in quella data, si svolse tra le truppe spagnole ed austriache, battaglia determinante per la guerra di successione, per la ricostruzione del regno meridionale, e che riportò (*) sul trono di Napoli i Borbone con Carlo (VII di Napoli e III di Sicilia). Obelisco che sarà presto riportato nuovamente al primitivo splendore. Saranno, infatti, presto terminate le operazioni per rimuovere le scritte lasciate dai ragazzini che imbrattavano completamente il monumento simbolo della città di Bitonto (Terra di Bari). Da alcuni giorni un’impalcatura “protegge” la base del cippo fatto erigere da Carlo di Borbone in occasione della importante vittoria.


Carlo di Borbone
Proteggere” nel vero senso della parola visto che gli operai impegnati a togliere i graffiti venivano letteralmente presi a pallonate dai ragazzini della piazza, evidentemente poco contenti di vedere rimosse le loro “testimonianze” sul monumento. A effettuare l’intervento sono gli stessi operai incaricati di ripristinare il pavimento della piazza, saltato alcuni mesi fa a causa dell’usura. Ad essi era stato chiesto di effettuare un vaglio per comprendere se, semplicemente usando dell’acqua, sarebbe stato possibile rimuovere le scritte in breve tempo. Compreso che questo semplice intervento era sufficiente si erano messi al lavoro, salvo poi scontrarsi con i giovani abitatori della zona.

fronte-retro della medaglia coniata  per celebrare la vittoria di Carlo
L’obelisco alto 18 metri, è di tufo rivestito da lastre di marmo bianco di Carrara, mentre di roccia dolomia bitontina sono gli scalini, i quattro cantonali e gli otto medaglioni incastonati sullo stelo. Come si evince da vecchie foto, in principio l’obelisco presentava a vista quattro grandi scalini, dei quali purtroppo attualmente sono visibili soltanto due, in quanto i restanti si trovano sotto il livello della piazza, ed è lì, sotto di essi che si cela un piccolo “tesoro”: due medaglie d’oro con quattro monete d’argento venute da Napoli ed un "un pezzo da otto spagnuolo”

stemma di Bitonto


Il vero intervento di restauro potrebbe però presto vedere la luce. L’amministrazione infatti presenterà a breve un progettino che mira a restituire ai bitontini il monumento nella sua originale composizione. In accordo con la Soprintendenza si effettueranno interventi di restauro conservativo a tutto il cippo litico. In seguito sarà installata anche una ringhierina attorno alla base dell’obelisco per evitare ulteriori danneggiamenti. Tra la ringhiera è l’obelisco verrà anche posizionata una piccola zona verde per abbellire ulteriormente il monumento e restituirgli quanto più possibile l’aspetto originario. 
Nel mini progetto è prevista anche l'installazione di una illuminazione a faretti, in grado di illuminare l'area e lo stesso Obelisco. 
Da alcuni giorni poi la telecamera che inquadra l'intera zona è stata ripristinata assieme alle altre 50 disribute sul territorio bitontino: ogni "artista" intenzionato a imbrattare nuovamente quelle pietre secolari d'ora in avanti lascerà due firme, quella sull'obelisco e quella nelle immagini registrate dal ciruito di videosrveglianza delle Forze dell'Ordine.

stemma di Carlo come Re di Napoli e di Sicilia
vista dal basso dell'obelisco

il dr. Francesco Laricchia, organizzatore dell'evento che ricorda la vittoria di Carlo di Borbone, a destra si notano il capitano Schioppa e l'avv. Gaetano Marabello.

particolare dell'obelisco

la corona di alloro deposta ogni anno durante la manifestazione. Si possono notare i famosi "graffiti"

ancora "graffiti"

ancora un esempio dello stato in cui versava l'importante monumento

partecipanti alla manifestazione

il dr. Salemi, presidente dell'Istituto e dell' Ass. de Mollot, si intrattiene con alcuni amici

martedì 9 ottobre 2012

XV Commemorazione dei Caduti del Regno delle Due Sicilie








CAPUAUn grande successo di pubblico per la XV Commemorazione dei Caduti del Regno delle Due Sicilie nella battaglia del Volturno che si è celebrata sabato 6 ottobre a Capua.
il comm. Antonio di Janni, SAR la principessa Béatrice e la signora Schiralli, a casa Salemi
il siciliano Agostino Polizzy di "A-Storia", con l'uniforme da capitano di vascello dell'Armata di Mare del Regno delle due Sicilie, al comando dei suoi "marinai-cannonieri"

in primo piano da sin. il cav. Crisconio, il cav, gr. croce avv. Ciufo, il comm. marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, SAR la principessa Beatrice, il preside Bologna, il comm. di Janni


Prima dell'inizio della cerimonia, SAR la principessa Béatrice di Borbone due Sicilie, ricevuta dal comm. Salemi e dal Sindaco di Capua, dr. Carmine Antropoli, si è brevemente intrattenuta con tutti i presenti tra cui il cav. di giustizia, nob. Marco Crisconio, le napoletane Donatella e Valeria Pessetti, dame di merito, il marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, comm. di giustizia e Delegato per Napoli e la Campania, del nob. comm.di grazia Antonio di Janni, vice Delegato per la Sicilia, e il cav. di gran croce di merito, avv. Franco Ciufo, vice Delegato del Lazio, tutti appartenenti al S.M.O.Costantiniano di San Giorgio; i pugliesi dr. Francesco Laricchia, l'avv. Gaetano Marabello, il dr. Nestore Spadone; i calabresi avv. Palmeri e l'ing. Duccio Mallamaci, i campani Andrea Mingione ed il preside Vincenzo Giannone (della scuola Ferdinando II di Scafati) e tanti altri. Con la presenza di folto pubblico, tra cui le persone succitate, si è poi svolta la deposizione della corona di alloro in memoria dei Caduti. Al suono  dell'Inno del Re e scortata dai membri della Guardia d'Onore alle Tombe Reali del SMOCSG, al comando del cav. dr. Luigi Andreozzi, la corona d'alloro è stata deposta ai piedi della lapide sita sulla facciata di palazzo Salemi che ricorda i Caduti stessi. A rendere gli onori militari un drappello del Corpo Militare Volontario, proveniente da Napoli e comandato dal s.tenente commissario dr. Di Guida, insieme con un drappello di marinai-cannonieri dell'Armata di Mare del Re del Regno delle due Sicilie, del CENTRO STUDI RIEVOCAZIONI STORICHE "A-STORIA" di Savona, al comando del siciliano Agostino Polizzy in tenuta da capitano di vascello. Molto sentita la celebrazione eucaristica nella raccolta e antichissima Chiesa dei Santi Rufo e Carponio, officiata dal rev. don Francesco Pappadia dell'Arcidiocesi di Capua, in suffraggio dei Caduti Duosiciliani e delle LL.MM. Francesco II e Maria Sofia. Successivamente la cerimonia è continuata con il convegno di studio svoltosi nella Aula Consiliare del Palazzo Municipale. All'ingresso nel palazzo, S.A.R. è stata salutata dal drappello dei Marinai che ha reso gli onori militari all'Augusto Personaggio.   A dare inizio ai lavori il Commendatore Giovanni Salemi, organizzatore da 15 anni dell'evento che vede convergere su Capua decine di appassionati da tutta la penisola. Dopo i saluti ai partecipanti ed alla Principessa Beatrice da parte del sindaco di Capua e dei Delegati dell'Ordine Costantiniano, sono poi seguite le relazioni del dr. Fernando Riccardi, giornalista di Roccasecca (Alta Terra di Lavoro) che , con toni appassionati di patriota, ha raccontato episodi tragici dello scontro tra l'Esercito Napoletano e le bande garibaldesche (rinforzate da soldati piemontesi ed inglesi sotto mentite spoglie) e del prof. Cav. Adolfo Morganti, storico ed editore legittimista e tradizionalista ha contestualizzato storicamente la crisi valoriale che stiamo affrontando in Europa, in un interessante percorso che ha appassionato il pubblico presente con le sua argomentazioni. In occasione della manifestazione è stato anche presentato il volume curato dallo storico Francesco Maurizio Di Giovine e dal Past President dell’Associazione ex Allievi Nunziatella, Giuseppe Catenacci che è stato donato ai presenti.

Al termine dell'incontro è seguita una riunione conviviale nel ristorante Ex-Libris nella suggestiva cornice di palazzo Lanza in cui, accompagnati da canti briganteschi e tradizionali eseguiti dal maestro Benedetto Vecchio, amico e collaboratore di Eugenio Bennato, si è brindato con l'ottimo spumante dal nome evocativo, "Don Ferdinando", prodotto dell’Isola di Ponza dall'Azienda agricola Marisa Pouchain Taffuri, particolarmente apprezzato dalla principessa e dai presenti.
L’ottima riuscita della manifestazione ha rappresentato ancora una volta la conferma dell’attenzione che il popolo meridionale rivolge al proprio passato e, dagli interventi al convegno e al successivo dibattito, di quanto sia necessario e utile riscoprire la verità storica per riannodare i fili con la nostra Patria e per costruire un nuovo, più prospero, futuro.

Il drappello dei cavalieri costantiniani, guidati dal dr. Andreozzi,  che deporranno la corona d'alloro ai piedi della lapide
i cavalieri del SMOCSG Ubaldo Sterlicchio e Adolfo Morganti depongono la corona; accanto a loro il cav. Luigi Andreozzi con la bandiera delle due Sicilie
I cavalieri Sterlicchio (parzialmente nascosto dal diffusore),  Morganti, Andreozzi (con la bandiera) e le gentili dame Valeria e Donatella Pessetti, davati alla lapide apposta sulla facciata di Palazzo Salemi. tra le due dame il t. commisario dr. Di Guida.

il comm. Giovanni Salemi insieme con il dott. Francesco Maurizio Di Giovine

ancora un primo piano

ancora il comm. Salemi e il dr. Di Giovine  mentre pronunzia una breve allocuzione


i marinai di "A.Storia" Historical Re-enactment, rendono gli onori ai Caduti delle due Sicilie. Dietro di loro si intravede l'avv. Ciufo ed il marchese Sanfelice di Bagnoli.

il siciliano Agostino Polizzy, discendente del palermitano gen. Vincenzo Polizzy che combattè nella battaglia del Volturno; a fianco i cavalieri della Guardia d'Onore alle Tombe Reali del SMOC di San Giorgio.

dame e cavalieri dell'Ordine Costantiniano, i militi del Corpo Militare Volontario ed i marinai.cannonieri dell'Armata di Mare del Re del Regno delle due Sicilia.
la S.Messa in suffraggio dei Caduti e delle LL.MM. Francesco II e Maria Sofia
S.A.R. la principessa Béatrice tra i marinai in divisa storica di "A-Storia"

da sin. la principessa, il dr. Antropoli, Sindaco di Capua, la sig.ra Giovanna Salemi

un momento del Convegno tenutosi nella sala Consiliare del Comune di Capua

Ancora un momento del Convegno

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i marinai-cannonieri del CENTRO STUDI RIEVOCAZIONI STORICHE "A-Storia", fronte alla lapide 
il comm. Salemi mostra la bandiera del 16° Battaglione Cacciatori di cui è stato fatto omaggio
la dama di merito Donatella Pessetti, la principessa Béatrice, il comm. Salemi e parzialmente coperta la dama di merito Valeria Pessetti


il comm. Salemi ed il dr. Fernando Riccardi

il dr. Zampella, priore dell'Arciconfraternita di S. Giovanni Battista di Caserta

il comm. Antonio di Janni, vice Delegato della Sicilia
il cav. Aldolfo Morganti durante il suo apprezzatissimo intervento

il dr. Francesco Laricchia


la principessa Beatrice al ristorante Ex-Libris




XV Commemorazione della Battaglia del Volturno, l'omaggio del Regno ai caduti

Le Guardie d'Onore "presidiano" la corona d'alloro in ricordo dei caduti

CAPUA – E’ stata un grande successo di pubblico la XV Commemorazione dei Caduti del Regno delle Due Sicilie nella battaglia del Volturno che si è celebrata sabato 6 ottobre a Capua. A contribuire al successo è stata non solo la presenza della Principessa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie e delle maggiori cariche del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ma la grande affluenza di patrioti giunti da ogni parte del Sud per rendere omaggio ai nostri soldati caduti nel 1860. Padrone di casa ineccepibile e organizzatore da 15 anni dell’evento è stato il Commendatore Giovanni Salemiche, assieme al Sindaco di Capua, Carmine Antropoli, ha accolto gli ospiti e la Principessa Beatrice. La manifestazione è entrata nel vivo con l’avvio della commemorazione e dell’apposizione della corona d’alloro alla lapide che ricorda la battaglia. A rendere gli onori militari è stato un drappello del Corpo Militare Volontario proveniente da Napoli e comandato dal Sottotenente Commissario Di Guida e, in tenuta storica, un drappello di marinai – cannonieri dell’Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie al comando del siciliano Agostino Polizzy in tenuta da Capitano di Vascello facenti parte del Centro Studi di Rievocazioni storiche “a-storia” di Savona. A portare la corona un gruppo di Cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano facenti parte della Guardia d’Onore istituita con l’autorizzazione del Delgato SMOC della Campania, Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, su proposta del Cavaliere Luigi Andreozzi. Oltre al Marchese Sanfelice di Bagnoli il Sacro Militare Ordine Costantiniano, che ha concesso per l’occasione il proprio patrocinio alla manifestazione (che ha affiancato quello concesso dalla Provincia di Caserta e dall’amministrazione comunale di Capua), è stato presente in gran numero con i suoi delegati Commendatore Antonio di Janni (vice delegato della Sicilia), Cavaliere di Gran Croce Franco Ciufo (vice delegato del Lazio), Commendatore Giovanni Bonanno (delegato di Messina). A ricordare i caduti è stata l’allocuzione dello storico Francesco Maurizio Di Giovine ascoltata e applaudita. Molto sentita la celebrazione eucaristica nella raccolta e antichissima Chiesa dei Santi Rufo e Carponio, officiata dal Reverendo Don Francesco Pappadia, dell’arcidiocesi di Capua, che ha ricordato il valore dei vinti e pregato per le anime loro e dei Sovrani Francesco II e Maria Sofia. La manifestazione ha poi trovato la sua conclusione nella Sala Consiliare del Comune di Capua dove si è svolto il convegno storico. All’ingresso della Principessa Beatrice il drappello dei Marinai ha reso gli onori militari all’importante ospite che, prima dell’inizio dei lavori, si è intrattenuta presso i tanti espositori di libri e oggettistica meridionalista e borbonica e con i tanti convenuti. A moderare il convegno lo stesso Giovanni Salemi che ha introdotto i due relatori, il giornalista e storico Fernando Riccardi che ha raccontato i tragici episodi dello scontro tra l’Esercito delle Due Sicilie e l’armata garibaldina, e lo storico Adolfo Morganti che ha contestualizzato storicamente la crisi valoriale che stiamo affrontando in Europa, in un interessante percorso che ha appassionato il pubblico presente con le sua argomentazioni. In occasione della manifestazione è stato anche presentato il volume curato dallo storico Francesco Maurizio Di Giovine e dal Past President dell’Associazione ex Allievi Nunziatella, Giuseppe Catenacci che è stato donato ai presenti. Al termine dell'incontro è seguita una riunione conviviale nel ristorante Ex-Libris nella suggestiva cornice di palazzo Lanza in cui, accompagnati da canti briganteschi e tradizionali eseguiti dal maestro Benedetto Vecchio, amico e collaboratore di Eugenio Bennato, si è brindato con l'ottimo spumante dal nome evocativo, "Don Ferdinando", prodotto dell’Isola di Ponza dall'Azienda agricola Marisa Pouchain Taffuri, particolarmente apprezzato dalla principessa e dai presenti.
L’ottima riuscita della manifestazione ha rappresentato ancora una volta la conferma dell’attenzione che il popolo meridionale rivolge al proprio passato e, dagli interventi al convegno e al successivo dibattito, di quanto sia necessario e utile riscoprire la verità storica per riannodare i fili con la nostra Patria e per costruire un nuovo, più prospero, futuro






Il Commendatore Giovanni Salemi e lo storico Maurizio Di Giovine

I marinai - cannonieri della Real Marina delle Due Sicilie

S.A.R. la Principessa Beatrice, e, da sinistra l'avvocato Franco Ciufo (vice-delegato Smoc di San Giorgio per il Lazio), il Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli (delegato Smoc Campania) e il Dott. Antonio di Janni (vicedelegato Smoc Sicilia).

Un momento del Convegno storico, accando a S.A.R. la Principessa Beatrice, il Sindaco di Capua Carmine Antropoli.

Al tavolo dei relatori il Prof. Morganti, il Commendatore Salemi e il Dott. Riccardi.

Il cielo